Le Iene: «Filippo Roma minacciato di morte dopo le inchieste su Di Maio» (video)

30 Nov 2018 14:08 - di Natalia Delfino

Minacce di morte per Filippo Roma. A denunciarle è stata la redazione del programma Le Iene, mettendo in relazione le pesanti intimidazioni con l’inchiesta che Roma, insieme a Marco Occhipinti, sta portando avanti sul caso dei lavoratori in nero impiegati nella ditta edile del padre di Luigi Di Maio, Antonio. «Se ti incontro per strada ti ammazzo», è stata la minaccia rivolta a Filippo Roma, al quale la redazione del programma ha espresso «tutta la nostra solidarietà». «Il clima è grave e non parliamo solo del rischio terribile che si passi dalle parole ai fatti. C’è troppa gente che vuole zittire in ogni maniera chi fa il proprio lavoro di raccontare notizie», hanno sottolineato Le Iene nell’articolo con cui hanno divulgato l’accaduto.

«L’inchiesta è iniziata da una prima testimonianza esclusiva, quella di Salvatore Pizzo, che ha raccontato di aver lavorato due anni, dal 2009 al 2010, nella ditta di Antonio Di Maio e di essere stato pagato per un anno completamente in nero (in contanti, nonostante avesse chiesto di essere regolarizzato)», ha quindi ricordato la redazione del programma, ricostruendo la vicenda. «Salvatore Pizzo ha aggiunto che Antonio Di Maio, in occasione di un suo infortunio sul lavoro, gli avrebbe chiesto mentre lo soccorreva di non dire che l’incidente era successo mentre lavorava in cantiere, ma a casa. Ma Salvatore in ospedale aveva raccontato la verità e per questo dopo la guarigione era stato licenziato», si legge ancora nell’articolo pubblicato sul sito del programma.

«Pizzo si era rivolto alla Cgil ed era stato contrattualizzato da Antonio Di Maio per sei mesi, per essere nuovamente licenziato: “Non gli ho fatto causa perché mi ha dato una sommetta di 500 euro in nero”. Per stare zitto insomma, spiega ancora Pizzo – scrivono ancora Le Iene – Di Maio ha confermato a Filippo Roma il caso. “Solo uno”, però. Invece gli operai al nero sarebbero infatti stati più di uno e Filippo Roma ha parlato al ministro del Lavoro Di Maio di altri tre casi di lavoro nero, nel nostro secondo servizio sul caso». «Mimmo, Giovanni e Stefano sarebbero infatti stati impiegati in nero nel periodo tra il 2008 e il 2010, prima cioè che nel 2012 Luigi Di Maio entrasse nell’assetto proprietario dell’azienda», prosegue l’articolo, nel quale viene sottolineato anche che «l’azienda edile che da trent’anni porta avanti il padre di Luigi, Antonio, infatti, prima era intestata alla madre Paolina Esposito, poi è confluita nell’Ardima srl, di proprietà dal 2012 al 50% del ministro e della sorella Rosalba». «Qualcuno ha perfino cercato di intorbidare le acque, lanciando la fake news che Pizzo fosse in realtà un candidato del Pd, e che dunque potesse aver raccontato questa storia solo per motivi politici. Una bufala sbugiardata dal sito bufale.net, e di cui vi avevamo parlato diffusamente», ha denunciato ancora la redazione del programma, per la quale «ora la macchina del fango nei confronti de Le Iene e di Filippo Roma è arrivata a gravi parole d’odio violento. Tutta la squadra de Le Iene ribadisce la massima solidarietà a Filippo Roma e a Marco Occhipinti».

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