Bari, Berlusconi rinviato a giudizio: avrebbe indotto teste a mentire

16 Nov 2018 14:12 - di Redazione

Ancora un processo per Silvio Berlusconi. L’ex-premier, infatti, è stato rinviato a processo dal gup del tribunale di Bari, Rosa Anna Depalo, con l’accusa di induzione a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta escort della Procura barese. Un esito scontato dal momento che da tempo l’udienza preliminare ha cessato la propria funzione di setaccio e per assumere quella di semaforo con la luce sempre verde per le richieste della pubblica accusa. A maggior ragione, poi, se l’imputato ha i connotati del Cavaliere di Arcore.

Il processo comincerà il 4 febbraio

Il processo inizierà il prossimo 4 febbraio. Il giudice ha dichiarato invece la propria incompetenza territoriale nei confronti dell’ex direttore de L’Avanti Valter Lavitola, disponendo la trasmissione degli atti ai magistrati di Napoli. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Pasquale Drago e dalla pm Eugenia Pontassuglia. Secondo l’ipotesi accusatoria Berlusconi, all’epoca presidente del Consiglio, avrebbe fornito all’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, per il tramite di Lavitola, un pool di avvocati, un lavoro e centinaia di migliaia di euro in contanti, 500mila per l’esattezza, per convincerlo a mentire ai pm baresi che indagavano sulle escort  accompagnate nelle residenze estive dell’ex-premier fra il 2008 e il 2009.

Palazzo Chigi si è costituito contro Berlusconi

Nel procedimento contro Berlusconi è costituita parte civile la Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha rilevato il danno d’immagine causato dalle condotte dell’ex premier, accusato di aver pagato le bugie di Tarantini.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *