Messico, centinaia di agenti per non farsi invadere dai migranti. Trump ringrazia

19 Ott 2018 11:22 - di Fabio Marinangeli

Il Messico invia centinaia di agenti di polizia al suo confine meridionale in vista dell’arrivo di migliaia di migranti – fra i 1.500 e i tremila- provenienti da Guatemala, Honduras ed El Salvador, dopo che il presidente americano Donald Trump ha minacciato il ricorso alla forza militare per sigillare la frontiera fra Stati Uniti e Messico contro quello che ha definito un «assalto». La polizia messicana non avrà compiti di  «repressione» ma solo di «contenimento», ha precisato il capo della polizia, Manelich Castilla in una intervista a Foro TV. «Sono pronto a inviare i militari per difendere il nostro confine meridionale se necessario», ha dichiarato Trump in un discorso a Missoula, nel Montana. L’emergenza, ha aggiunto, «è stata provocata dall’assalto di migrazione illegale dovuto ai democratici per il loro rifiuto a riconoscere il problema o a cambiare le leggi che piacciono a loro. Si immaginano che chiunque arrivi voterà democratico», ha aggiunto Trump, trasformando l’emergenza in discorso elettorale in vista del voto di midterm. L’«assalto al nostro paese» include «elementi criminali» e stupefacenti, ha specificato.

Messico, “non si entra senza documenti”

In un intervento al Parlamento, il ministro degli Interni messicano Alfonso Navarrete ha anticipato di voler spiegare «con tutta la chiarezza possibile» al governo americano «che respingiamo qualsiasi tentativo di pressioni per cambiare le nostri leggi perché non intendiamo farlo». Il governo messicano ha anche precisato la sua intenzione di chiedere all’Unhcr aiuto per individuare una soluzione «di carattere umanitario» per i migranti in arrivo. Il Messico ha anche assicurato che non consentirà l’ingresso dei migranti nel suo paese senza i necessari documenti. Non tutte le persone in arrivo potranno presentare richiesta per lo status di rifugiato, ma il Paese centro americano cercherà di fornire al numero maggiore possibile di loro «protezione umanitaria e il rispetto dei loro diritti umani», ha precisato Navarrete.

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