L’Fmi entra a gamba tesa nel dibattito sulla manovra: “Non cancellate la Fornero”

9 Ott 2018 10:59 - di Eugenio Battisti

Il Fondo monetario internazionale entra a gamba tesa nel dibattito italiano sulla manovra “confermando” il rallentamento dell’economia italiana che nel 2018 dovrebbe crescere dell’1,2% e dell’1% nel 2019. È questa la stima contenuta nel World Economic Outlook in cui si ribadisce (come già avvenuto nelle previsioni di luglio)  il taglio di 0,3 punti per il Pil italiano nell’anno in corso rispetto alla prima valutazione fornita ad aprile scorso. Un dato, spiega l’istituto guidato dalla Lagarde, che riflette  «il deterioramento della domanda esterna e interna e l’incertezza sull’agenda del nuovo governo».

Il pressing dell’Fmi all’Italia: tenete la Fornero

Il Fondo sottolinea anche come in Italia «le recenti difficoltà nella formazione di un governo e la possibilità di un’inversione di rotta sulle riforme o l’attuazione di politiche che danneggerebbero la sostenibilità del debito hanno innescato un forte allargamento degli spread». Insomma quella che il Fondo chiama “incertezza politica” «potrebbe scoraggiare gli investimenti privati e indebolire l’attività economica in diversi paesi, aumentando la possibilità di riforme più lente o significativi cambi negli obiettivi». Una fotografia a tinte fosche dell’economia italiana e del governo Conte destinata a suscitare polemiche e dure prese di posizioni di Palazzo Chigi. Non solo, l’Fmi entra a gamba tesa anche sul tema delle pensioni e del lavoro con un monito fin troppo esplicito a preservare la legge Fornero e il Jobs Act. «In Italia le passate riforme pensionistiche e del mercato del lavoro dovrebbero essere preservate e ulteriori misure andrebbero perseguite, quali una decentralizzazione della contrattazione salariale per allineare i salari con la produttività del lavoro a livello aziendale». Le stime del Fondo sull’economia italiana fissano inoltre l’inflazione all’1,3% quest’anno e all’ 1,4 nel 2019 mentre continuerebbe la parabola discendente della disoccupazione che dall’11,3% del 2017 quest’anno scenderebbe al 10,8% e nel 2019 al 10,5%. L’Italia si conferma, comunque, rispetto alle altre principali economie avanzate fra quelle con la migliore bilancia dei conti correnti, con un avanzo nel 2018 stimato al 2,0% di Pil dietro soltanto a Germania (surplus dell’8,1%) e Giappone (3,6%). E comunque, precisa il Fondo monetario internazionale mettendo le mani avanti, queste stime non si basano sulle indicazioni fornite dal governo Conte con la Nadef ma  si basano «sui progetti inclusi nel bilancio 2018 e nel Def di aprile 2018».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Giuseppe Tolu 9 Ottobre 2018

    Andasse a sfondare i cestelli da qualche altra parte!

  • Angela 9 Ottobre 2018

    E ci pareva strano che la signora del FMI non si impicciasse negli affari italiani…ma perché non lasciano in pace l’Italia?ma il beneficio del dubbio non è contemplato con noi?