Quando la Bachelet, la “Boldrini dell’Onu”, se ne fregava dei diritti umani
La protagonista dello schiaffo all’Italia, Michelle Bachelet, di fresca nomina all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, non ha all’attivo un pédigree proprio immacolato in materia di difesa delle minoranza perseguitate dalle dittature. Sfogliando la storia dell’ex presidenta del Cile, che si è conquistata sul campo il soprannome di “Boldrini dell’Onu”, si trovano molti episodi di rapporti a dir poco ambigui con i regimi di Cuba, Venezuela e Nicaragua. L’ultimo in ordine di tempo, come ci ricorda il Giornale, è l’incontro nel 2018 con il generale Raul Castro e l’indifferenza dimostrata verso l’opposizione pacifica cubana, che la Bachelet si rifiutò di incontrare. Un comportamento non esattamente da baluardo dei valori democratici, dei diritti umani in difesa delle minoranze perseguitate, per il quale venne contestata dal suo stesso partito, socialista, e dagli attivisti per i diritti umani. Per il suo vezzo di lisciare il pelo a dittatori comunisti l’odierna paladina dei diritti umani ha ricevuto in passato molte critiche. La blogger cubana dissidente Yoani Sanchez l’ha accusato più volte di una «vicinanza all’Avana segnata da una nostalgia ideologica che offusca la sua visione e la sua capacità di riconoscere la mancanza di diritti che segnano la vita dei cubani» e aggiungendo che «dalla sua bocca non c’è mai stata alcuna condanna della repressione politica condotta sistematicamente da Raúl Castro, anche quando le vittime sono donne».
Quando la Bachelet tifava per le dittature
Quando morì Fidel Castro, ricorda l’Ong Un Watch che ha sollevato molti dubbi sulla regolarità delle elezioni dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, la politica cilena lo definì «un leader per la dignità e la giustizia sociale a Cuba e in America Latina». Stesso tifo ha manifestato per Chavez e il suo «profondo amore verso il suo popolo venezuelano». Nessuna condanna neppure verso il regime militare di Maduro in Venezuela da parte dell’ex presidente cilena che ha sempre parlato di «mancanza di dialogo e di responsabilità condivisa». Insomma, nemmeno una parola su persecuzioni e violenze nella martoriata America Latina, nessuna condanna vibrante, che invece ha riservato all’Italia, per il regime di Ortega in Nicaragua responsabile dell’uccisione di centinaia e centinaia di dissidenti.
risparmiamo spese inproduttive
i soldi destiniamoli agli Italiani in difficoltà come quelli delle zone terremotate dei quali non parla più nessuno.
Usciamo dal carrozzone ONU (ormai diretto dal pensiero unico globalista della fionanza mondiale)
e versiamo i contributi per la ricostruzione delle case nelle zone colpite.
Sembra una barzelletta ma secondo me si potrebbe fare beneissimo.
Mi aspetto un intervento a difesa del nostro paese da parte dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini che evidenzi come l’ONU annoveri tra i suoi membri un terzo di stati dittatoriali ed un terzo di stati teocratici che in materia di tolleranza e applicazione dei diritti dell’uomo sono nella migliore delle ipotesi carenti
Che sia stata imbeccata da qualcuno di casa nostra credo non ci possa essere alcun dubbio. Ma il punto è proprio questo, come possiamo continuare a mostrarci all’intero pianeta come coloro che sono divisi su tutto che non hanno un punto di vista che sia uno comune. Ci meritiamo questo e altro.