Genova, robot, termocamere e geofoni per trovare i dispersi sotto le macerie

16 Ago 2018 18:53 - di Paolo Lami

Lavorano da ore, ininterrottamente, i 300 vigili del fuoco che si alternano, in turni da oltre 150 uomini e con 50 mezzi per le operazioni di scavo tra le macerie del Ponte Morandi. A loro si aggiungono forze dell’ordine e personale Usar, Urban Search And Rescue, formato specificatamente per il soccorso emergenze. Un impegno pesante reso ancora più gravoso dalle condizioni meteo e dalla stanchezza.

I team Unar, dotati di equipaggiamenti e attrezzature speciali per la ricerca e il soccorso, quali geofoni, robot, termocamere, search-cam, sono addestrati a fornire immediatamente il supporto vitale di Base e sono formati con competenze di strutturisti, sanitarispecialisti Hazmat per la gestione di sostanze pericolose e addetti alla penetrazione in maceria ed estricazione vittime.

«Le operazioni continuano, non ci sono state sostanziali novità rispetto a ieri. Le vittime sono sempre 38, più 1 non identificato. Al momento non ci sono stati altri recuperi nella zona del disastro – fa il punto Sergio Caglieris, coordinatore della centrale operativa del Nue, numero unico di emergenza di Genova – Sul posto abbiamo attivo il punto medico avanzato con due medici, 2 infermieri e un nostro operatore per le comunicazioni oltre ai mezzi a disposizione».

«I numeri variano in base alle esigenze – precisano dalla prefettura di Genova – ma oltre ai vigili del fuoco e alla Protezione civile impiegati sul posto ci sono 200 agenti di polizia dalla questura, 120 della polizia municipale, 25 pattuglie della polizia stradale, oltre a personale della Croce Rossa e Capitaneria, volontari regionali e comunali».

I feriti, portati negli ospedali di Genova dopo il crollo, in tutto 15 di cui 9 in codice rosso, il più grave, sono scesi invece a 13. Di loro 6 si trovano ancora ricoverati all’ospedale San Martino: 5 sono in codice rosso mentre 1 è in codice giallo con alta priorità.
Per quanto riguarda l’ospedale Galliera dei 3 feriti iniziali 2 poliziotti sono stati dimessi, mentre la donna in coma precipitata dal viadotto con l’auto si trova ancora in rianimazione. Al Villa Scassi invece si trovano ancora 3 pazienti: uno di loro è stato dimesso mentre gli altri si trovano ricoverati in osservazione e terapia intensiva. In tutto sono 634 gli sfollati dalle abitazioni nell’area del crollo, di via Fillak e via Porro che tagliano, trasversalmente, il viadotto.

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