Pedopornografia: 4 arresti e 18 indagati in tutta Italia

20 Giu 2018 16:15 - di Carlo Marini

E’ di quattro persone arrestate e 18 indagate il bilancio di una “complessa e articolata attività d’indagine” finalizzata al contrasto della pedopornografia online avviata dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia e coordinata dalla procura di Milano. Gli arrestati sono stati trovati in possesso “di ingenti quantitativi di materiale pedopornografico”. Ulteriori dettagli verranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 nella sala cronisti della questura di Milano.

Pedopornografia: sequestrati 20mila tra video e foto

La polizia postale e delle comunicazioni ha eseguito tra marzo e giugno 22 perquisizioni in Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Marche. L’operazione ha portato all’arresto di quattro persone, trovate in possesso di ingenti quantitativi di materiale pedopornografico, mentre altre 18 persone sono state indagate in stato di libertà. Le indagini, svolte dal compartimento polizia postale e delle comunicazioni per la Lombardia e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, sono partite dalle segnalazioni giunte, per il tramite del Rcmp – National Child Exploitation Coordination Centre del Canada, dalla società canadese Kik Interactive, che gestisce l’omonima applicazione di messaggistica istantanea per smartphone, all’omologo Cncpo del servizio polizia postale e delle comunicazioni. La polizia postale di Milano ha filtrato ed elaborato oltre 15mila connessioni, riuscendo a identificare 22 cittadini italiani che, per restare anonimi sulla rete internet, creavano profili Kik utilizzando caselle di posta elettronica aperte ad hoc con dati fittizi e accedendo a internet attraverso reti wifi aperte o connessioni intestate a terzi. Nel corso dell’operazione sono inoltre stati sequestrati 26 smartphone, 7 notebook, 18 hard disk, 4 pendrive usb e 4 tablet, per una capacità di storage complessiva di oltre 10 terabyte, all’interno dei quali sono stati rinvenuti oltre 20mila immagini e video pedopornografici.

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