Interrogatorio-fiume per Montante: «Cosa Nostra me la farà pagare»
Interrogatorio fiume per Antonello Montante, l’imprenditore arrestato con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, che si è presentato davanti al gip Maria Carmela Giannazzo. Un interrogatorio durato circa sette ore e terminato solo in tarda serata, quando Montante, intorno alle 23, ha lasciato il Palazzo di giustizia di Caltanissetta accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Nino Caleca e Giuseppe Panepinto. Presenti all’interrogatorio anche il Procuratore capo Amedeo Bertone e i pm che coordinano l’inchiesta. A quanto si apprende, Montante avrebbe respinto tutte le accuse a suo carico, attaccando i suoi più grandi accusatori, gli imprenditori Marco Venturi e Alfonso Ciceri, sostenendo la loro “inattendibilità”.
Montante si difende: ho sposato le istituzioni
Non solo. Quando il gip gli ha chiesto perché tenesse un caveau nella sua abitazione di Serradifalco contenente diversi dossier su politici, imprenditori e giornalisti, Montante avrebbe detto che quella stanza fosse lì a sua insaputa. Ha più volte ribadito di avere “sposato” le istituzioni temendo che adesso «Cosa nostra me la farà pagare. Ho stravolto la mia vita – ha detto – e sono sicuro che non posso più tornare indietro. Io non ho mai avuto vantaggi, né appalti, né finanziamenti», ha continuato a ripetere ai magistrati.
Le accuse all’imprenditore arrestato
Secondo l’accusa, Montante avrebbe creato una rete di “spionaggio” formata da un generale dei Carabinieri, un colonnello, un maggiore della Finanza ma anche da poliziotti, che lo avrebbero aggiornato sulle indagini sul suo conto. Ma l’imprenditore nega e parla di “rapporti istituzionali”. Uno dei suoi legali, Nino Caleca, al termine dell’interrogatorio, ha ribadito che «l’indagine che era partita per concorso esterno questa non ha trovato riscontro, e ora Montante deve difendersi dai rapporti con uomini dello Stato. Ha detto al gip di avere scelto di stare dalla parte dello Stato e su questo rapporto ha costruito la sua vita».
Poveretto aveva un caveau “stanza segreta” nella sua abitazione….ma non ne sapeva nulla