Agricoltori contro la Ue: perché continua a colpire l’agricoltura italiana?
“Tagliare i fondi all’agricoltura per far quadrare i conti di un bilancio che resterà inadeguato, dimostra che c’è scarsa fiducia sul futuro della costruzione europea”. È il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione alla proposta della Commissione europea sul nuovo quadro finanziario della Ue (periodo 2012-2017), che prevede la riduzione delle spese destinate all’agricoltura per un ammontare di circa 40 miliardi di euro a prezzi correnti rispetto all’attuale dotazione. In particolare, i trasferimenti diretti agli agricoltori potrebbero subire un taglio superiore al 7%. “È sbagliata e da respingere al mittente – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura – anche la proposta di ridurre i trasferimenti alle imprese di maggiore dimensione. Vale a dire, quelle che assicurano la maggior parte dei posti di lavoro, producono per il mercato interno e per le esportazioni e sono aperte all’innovazione”. “Le vere imprese agricole – ha continuato Giansanti – hanno assicurato produzioni abbondanti, sicurezza alimentare, tutela del territorio e delle risorse naturali. Il tutto a un costo che non arriva a trenta centesimi al giorno ad abitante. Alla luce di queste cifre, i tagli proposti dalla Commissione europea sono inaccettabili”. ”L’agricoltura rientra a pieno titolo nella lista dei beni comuni che l’Unione Europea deve tutelare e valorizzare – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Occorre salvaguardare la dotazione finanziaria destinata all’agricoltura europea negli anni a venire, per continuare a dare un quadro di riferimento positivo a supporto della crescita di tutte le imprese, senza alcuna discriminazione. È questo l’obiettivo per il quale lavoreremo in ambito europeo e a livello nazionale”. “A pagare il conto della Brexit non può essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici, all’immigrazione, alla sicurezza”, ha da parte sua affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare la proposta della Commissione Ue sul primo bilancio pluriennale dopo l’uscita della Gran Bretagna, che prevede una riduzione complessiva per le spese di Politica Agricola Comune (Pac) che ammonta al 9,5% a prezzi correnti. “Indebolire l’agricoltura, che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione, significa minare – ha sottolineato Moncalvo – le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro. Il taglio dei fondi destinati all’agricoltura (Pac) nel bilancio per l’Unione Europea – ha continuato Moncalvo – è insostenibile per le imprese e per i cittadini europei che per il 90% sostengono la politica agricola a livello comunitario per il ruolo determinante che essa svolge per l’ambiente, il territorio e salute, secondo la Consultazione pubblica promossa dalla stessa Commissione europea”.
Agricoltori contro la Ue: perché continua a colpire l’agricoltura italiana? Questa UE non va assolutamente bene, se è contro di noi dobbiamo uscirne e ritornare a comandare sulle nostre politiche economiche e quindi non essere succubi e schiavi senza un futuro!