Fecondazione, medico sotto accusa: usò il suo seme su una paziente
Il test del Dna ha messo nei guai un medico americano specializzato in fecondazione assistita. Secondo le accuse, il ginecologo avrebbe utilizzato il suo seme per aiutare una paziente a concepire una bambina. Trent’anni dopo proprio la donna nata in seguito al trattamento, Kelli Rowlette, inviando un campione genetico al sito di genealogia Ancestry.com, ha scoperto con sorpresa che il suo Dna non si abbinava a quello del padre. La 36enne ha pensato che i risultati fossero errati, prima di scoprire l’abbinamento con il medico che aveva seguito i genitori. La coppia si era affidata alle cure del dottore in Idaho prima della nascita della bimba. Così la Rowlette ha deciso di far causa al ginecologo in pensione, Gerard Mortimer, per frode, negligenza, stress emotivo e violazione del contratto. Secondo le accuse alla giovane donna non era mai stato detto che i genitori, ora divorziati, avevano avuto problemi a concepirla fino al momento in cui lei non ha mostrato loro i risultati del test del Dna. Nei primi anni Ottanta la coppia viveva nelle Idaho Falls e – a causa di una ridotta conta spermatica di lui e di alcune problematiche uterine di lei – i due avevano deciso di sottoporsi a un trattamento di fecondazione assistita.
Fecondazione, il caso finisce in tribunale
La donna sarebbe stata inseminata dal seme del marito e di un donatore. La coppia sostiene che il medico avrebbe detto loro che a donare lo sperma era stato un giovane studente universitario alto più di 1,80 con capelli bruni e occhi blu. Però, secondo i documenti in mano alla corte, lo specialista per circa tre mesi avrebbe inseminato la donna con il proprio seme. I genitori ora sostengono che, se avessero saputo di questo approccio fai da te, non lo avrebbero mai consentito. Inoltre quando, tempo dopo, hanno comunicato al medico – che ne frattempo aveva seguito il parto – che si sarebbero trasferiti nello stato di Washington, lo specialista sarebbe scoppiato a piangere. «Il dottor Mortimer sapeva che Kelli Rowlette era la sua figlia biologica, ma non lo ha rivelato» alla coppia, sostiene l’accusa. Ora l’uomo si trova a dover rendere conto del suo operato in tribunale. L’anno scorso un altro medico dell’Indiana è stato riconosciuto colpevole per una vicenda simile: in quel caso lo specialista avrebbe usato il suo seme su diverse pazienti. Secondo il test del Dna, almeno due bambini sarebbero nati in seguito a questi “trattamenti”.