Terremoto, a Modena 9 denunciati per frode sui fondi della ricostruzione
Terremoto e frodi a Modena. La storia si ripete. E perciò, ecco la scoperta di nuove appropriazioni indebite di contributi stanziati per la ricostruzione successiva al terremoto che colpì l’Emilia-Romagna a maggio 2012. La guardia di finanza di Modena, in collaborazione con la struttura commissariale regionale, in seguito a una serie controlli e alle indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica concentrate nei confronti dei proprietari costruzioni rurali, ha individuato il titolare di un’azienda agricola che ha ottenuto indebitamente la concessione di contributi per un importo di oltre 500.000 euro. L’uomo, infatti, spiegano gli inquirenti, ha dichiarato falsamente che i fondi erano necessari alla ripresa dell’attività produttiva dell’impresa poiché sarebbero serviti come deposito per macchinari agricoli quando, in realtà, i mezzi erano ormai in disuso e gli immobili stessi risultavano privi di rendita catastale e di utenze già da diversi anni. Gli accertamenti svolti hanno determinato l’avvio della procedura di riesame della domanda ai fini del recupero del contributo indebitamente percepito, nonché la denuncia del titolare dell’azienda agricola e dei due professionisti incaricati della redazione delle perizie. In un altro caso, lo sviluppo di indagini nei confronti di un soggetto beneficiario di un contributo di oltre 1 milione di euro per la demolizione e ricostruzione di fabbricati rurali che erano stati in parte locati a favore di un imprenditore, che aveva abusivamente realizzato opere edilizie al fine di installare macchine per la lavorazione della maglieria, ha consentito di rilevare che erano state rese dichiarazioni false circa lo stato di occupazione degli immobili allo scopo di ottenere un contributo superiore a quello spettante. Sono stati dunque denunciati per truffa e falso in concorso, sia il proprietario dei fabbricati, sia il professionista incaricato di redigere la perizia asseverata e di inviare la domanda tramite la piattaforma Mude. Il profitto conseguito in modo illecito è stato quantificato in oltre 240.000 euro. Per quanto riguarda le imprese, il controllo eseguito nei confronti di un’azienda che aveva presentato con il sistema Sfinge una domanda di contributo per danni alle scorte e la delocalizzazione temporanea, ottenendo anche in questo caso un contributo di oltre 320.000 euro, ha consentito di individuare una serie di raggiri posti in essere per ingannare gli incaricati dell’esame delle domande. In questo caso il beneficiario, omettendo di dichiarare nella domanda di contributo che il danno subito alle scorte di merci era coperto da una polizza assicurativa multi-rischi, per cui aveva già ricevuto il relativo indennizzo, ha potuto ottenere un ristoro superiore all’entità del danno ammissibile. Inoltre, dall’analisi della documentazione amministrativo-contabile sono state rilevate irregolarità nella determinazione della quantità e/o del valore delle merci effettivamente danneggiate a causa del sisma. Il legale rappresentante dell’azienda e la stessa impresa sono stati così deferiti per truffa alla Procura della Repubblica di Modena, che ha immediatamente richiesto ed ottenuto dal gip un provvedimento di sequestro preventivo di liquidità pari all’importo del contributo illecitamente percepito per i danni alle scorte, già eseguito dai finanzieri modenesi. Da ultimo, nel corso del controllo eseguito nei confronti di un’azienda operante nel settore alimentare è emerso che era riuscita ad ottenere indebitamente un contributo di circa 560.000 euro per danni ai beni strumentali, omettendo di dichiarare che si trattava di beni di fatto in disuso da diversi anni e pertanto non inseriti nel ciclo produttivo aziendale. Anche in questo caso è stata configurata l’ipotesi di responsabilità amministrativa della società e penale del suo legale rappresentante pro-tempore, che sono stati dunque deferiti all’autorità giudiziaria e, al contempo, la struttura commissariale della Regione ha immediatamente sospeso l’erogazione del contributo che era stato inizialmente concesso. L’operazione ‘Cratere’ arriva a poco più di un anno dall’operazione ‘Earthquake’, che già ad aprile 2016 aveva consentito di disarticolare una vera e propria associazione per delinquere portando all’esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di un patrimonio del valore stimato di circa 4,3 milioni di euro.