Grillo dice: finita l’epoca del vaffa. E poi fa ironia sullo scrutinio “shakerato”
“Forse è finita l’epoca del Vaffa ma comunque ho cercato di capire, di essere curioso, di capire, Dio mio, capire”. In un video di otto minuti apparso sul suo blog Beppe Grillo prende atto che il suo Movimento è entrato in una fase del tutto nuova, abbandonando la mera protesta e la denuncia. Ma non rinuncia, come al solito, allo sfogo, l’attività che all’ex comico riesce meglio. In un passaggio il garante del M5S si sofferma anche sul voto di domenica. “Adesso non ragioniamo più, secondo me non stiamo più ragionando, perché andiamo a votare, andiamo a votare con un criterio che io non ho mai visto, con le cabine…”. “C’è la biro, la matita, la matita, devi mettere una roba che tra il proporzionale non proporzionale, il cumulativo, non cumulativo, devi mettere una X, una X, come gli analfabeti, in Estonia dal 2005 con un clic su una tastiera, maledetta, votano dal 2005 e noi ancora lì, poi torni e dai la scheda, non la metti nemmeno più dentro perché c’è una specie di chip e una striscetta, la prende il presidente e la deve mettere lui, allora poi, i rappresentanti di lista che sono 3 di là, 3 di qua si guardano uno con l’altro, che non si fidano più di loro, allora poi mettono tutto in una scatola, mettono tutto in una scatola, una scatola così e il presidente, magari un laureato, una persona che in casa aveva una dignità, prende la scatola con le schede dentro e la shakera ciktumciktam ciktumciktam, la shakera!”. “Poi chiama uno, estratto a sorte, che deve mettere la mano dentro e tirare su le schede, che vengono poi scrutinate, e lì si perderanno il 6,7% di voti nulli, perché poi i voti nulli saranno quelli che la gente ci scrive delle cose; e cosa ci scrive sulla scheda? magari ci scrive ‘viva la vagina’, allora sono voti per Forza Italia- ironizza Grillo – oppure ‘rimborsi spese beneficenza e donazioni con rimborso spese’, sono voti che dovrebbero essere dati a noi. Bianco su bianco per la Lega! Viviamo così, viviamo così, con questo analfabetismo funzionale, di concetto di vuoto, di nullità, in cui siamo immersi “.