Bimba morta per malaria: l’infermiera indagata per l’errore resta al lavoro
I riflettori tornano ad accendersi sul caso della morte della piccola Sofia Zago, la bimba di soli quattro anni deceduta agli Spedali Civili di Brescia, dov’era stata trasferita dall’ospedale di Santa Chiara di Trento e dove, durante un precedente ricovero, era stata seguita quando nello stesso nosocomio erano ricoverati anche due bimbi del Burkina Faso che avevano contratto proprio la malaria durante un viaggio nel loro paese di origine. Per quel contagio, avvenuto per errore, e costato la vita alla piccola degente, è stata indagata dalla procura di Trento con l’accusa di omicidio colposo, un’infermiera, il cui legale, chiamato a intervenire, ha appena spiegato: «Stiamo esaminando gli atti ritirati qualche giorno fa».
Bimba morta di malaria, infermiera indagata
La piccola, secondo l’accusa, sarebbe stata contagiata per un errore nell’ospedale di Trento; per questo, come argomentato dal suo legale, l’infermiera è stata ascoltata dal pm e«si professa assolutamente estranea ai fatti». Di più: «È ovvio che la vicenda ha colpito tutti», ha anche aggiunto il difensore dell’indagata, e comunque ora la difesa ha una ventina di giorni per fare le sue valutazioni e presentare eventuali memorie. «L’indagine è in corso, l’infermiera del reparto di pediatria di Trento ha ricevuto un’informazione di garanzia e, al momento, resta in servizio. Occorrerà valutare le sue condizioni di serenità e gli sviluppi della vicenda», come un eventuale rinvio a giudizio, ha quindi a sua volta rilanciato Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia autonoma di Trento, dopo le ultime novità dell’inchiesta sul contagio della piccola Sofia, contagio che, sembrerebbe sempre più accreditato, sarebbe da addebitare a un errore umano e motivo per cui, come noto già da qualche giorno, nel registro degli indagati figura un’infermiera del reparto di pediatria dell’ospedale trentino.
L’ipotesi della procura: il contagio avvenuto coi prelievi
L’ipotesi della Procura è dunque che il contagio sia avvenuto in occasione dei prelievi. «C’è profonda frustrazione – continua il dg – principalmente nei confronti dei familiari della bimba, e in Pediatria il morale è basso. Le ricostruzioni hanno comunque escluso l’elemento doloso, inoltre l’azienda aveva fornito una relazione per capire se i protocolli seguiti fossero corretti. Ebbene, i protocolli sono corretti. Sarà ora il corso della giustizia a valutare appieno la vicenda». Dunque a Trento si attende ora un eventuale rinvio a giudizio dell’operatrice. Bordon rivendica comunque come «l’ospedale di Trento sia una struttura all’avanguardia». E tra frustrazione e dolore spetterà all’inchiesta chiarire cause e responsabilità.
A chi si reca in questi paesi a rischio contagio malaria, tbc etc rendere obbligatoria quarantena in qualche isola ex penitenziario, come avveniva per i nostri prima di entrare negli USA!