Un generale all’Ambiente per Di Maio. Il M5S fa finta di formare il governo
Il suo nome è Sergio Costa, è generale di brigata della Forestale (ora dei Carabinieri) ed è il primo della lista dei ministri che Luigi Di Maio è pronto a proporre al presidente Mattarella in caso di vittoria elettorale del M5S. Gli altri saranno resi noti nel corso della settimana. Ad annunciarlo, lo stesso Di Maio dagli studi di In 1/2 ora, la trasmissione di RaiTre condotta da Lucia Annunziata. Costa, esperto delle problematiche della cosiddetta Terra dei Fuochi, è destinato al ministero dell’Ambiente.
Si tratta di Sergio Costa, in forze ai Carabinieri
Si tratta, ovviamente, di un esercizio più che altro accademico dal momento che Di Maio è il primo a sapere che il M5S non ha neppure la più remota possibilità di raccogliere da solo la maggioranza assoluta dei voti, presupposto irrinunciabile per dar vita ad un governo monocolore, composto cioè da soli grillini. Ma la campagna elettorale ha le sue esigenze e poter dire agli elettori di aver già pronta una squadra di governo mentre gli altri sono ancora alle prese con equilibri interni fa la sua bella figura.
Di Maio apre alle alleanze: «Ma solo sul programma»
È lo stesso Di Maio a confermarlo, seppur indirettamente, quando tratteggia i possibili scenari post-voto. I candidato premier grillino non ha smentito le voci che danno per possibile l’apertura del M5S ad una trattativa con altri partiti sul modello tedesco del contratto di programma qualora non ci fossero i voti per governare da soli. In quel caso, rivela, rivolgerà a tutti i gruppi un appello di questo tenore: «Noi di voi non ci fidiamo, ma facciamo un confronto e firmiamo un contratto con un programma di lavoro con un timing entro cui approvare i punti del programma e avviamo la 18esima legislatura». Una trattativa – tiene a precisare Di Maio – limitata ai soli punti del programma e non anche alla composizione del governo, cioè le poltrone. Quelle le vuole tutte per i Cinquestelle: «Noi annunciamo la squadra di governo prima delle elezioni – ha spiegato – perché non si discute “tu dammi questo o quel ministero”. Le persone che proporrò – ha concluso – le sosterrò fino alla fine». Per bruciarle tutte insieme.