“Rivoluzione” in Arabia Saudita: assumerà donne in Procura
Nuovi orizzonti si aprono per le donne saudite. “Sono disponibili posti di lavoro riservati alle donne in seno alla Procura” nel ruolo di inquirenti, ha annunciato l’ufficio del procuratore generale tramite una dichiarazione diffusa dal ministero dell’Informazione di Riad. Tra i requisiti richiesti alle aspiranti inquirenti c’è la laurea. Il ruolo delle donne nel mondo del lavoro è poi uno dei pilastri di Vision 2030, il piano di sviluppo voluto dall’erede al trono, Mohammad Bin Salman, che promette di rivoluzionare l’economia saudita e il volto della società del regno del Golfo. Nei giorni scorsi il quotidiano Okaz ha annunciato che per la prima volta nella storia del Paese il ministero della Giustizia saudita ha aperto le porte alle donne con l’intenzione di assumere presto, tramite concorso pubblico, un primo gruppo di 300 lavoratrici. Poi la Direzione generale dei Passaporti dell’Arabia Saudita è stata sommersa da una valanga di candidature – ben 107mila, secondo al-Arabiya – per 140 posti riservati alle donne. A metà gennaio per la prima volta le donne hanno potuto assistere allo stadio a una partita del campionato di calcio locale. Per il prossimo giugno è stata promessa la revoca del divieto di guidare. La monarchia del Golfo resta comunque il Paese della segregazione dei sessi, dove molti edifici hanno ingressi separati per donne e uomini ed è il Paese in cui le donne sono sottoposte al sistema della tutela: i ‘guardiani’ delle saudite sono i padri, i mariti, i fratelli che devono dare loro il permesso anche per studiare o viaggiare.