Perde i risparmi in Banca Veneta e per la rabbia sfonda l’agenzia con l’auto

27 Dic 2017 18:25 - di Monica Pucci

I suoi risparmi? Volatilizzati. Un padre di famiglia, di origine romena, costretto a camminare con le stampelle a causa di un incidente, si è reso oggi protagonista di una clamorosa forma di protesta: ha sfondato con l’auto la vetrina di un’agenzia di Banca Veneta, nelle cui azioni aveva investito il suo “tesoretto” di 100mila euro, indennità per l’incidente subito sul lavoro. «Soldi spariti, volatilizzati» dice all’AdnKronos Sergio del Coordinamento “Don Enrico Torta”. «Stiamo manifestando dalla vigilia di Natale insieme a questo signore di 59 anni davanti all’istituto di credito perché siamo finiti tutti male, ma la sua situazione è particolarmente drammatica perché disabile – spiega, precisando che continueranno a protestare a oltranza -. A un certo punto ha perso la pazienza e ha ingranato la retromarcia, finendo in mezzo alle due colonne di fronte alla porta della ex sede della banca a Montebelluna nel trevigiano. È sceso, poi, e ha pensato anche di dar fuoco alla porta, usando qualche cartone e casse di legno del mercato lì vicino, ma è stato bloccato sia dalle forze dell’ordine che da noi».

Gesti dettati dalla disperazione. «È’ sposato, ha una moglie e due figli. Non è un senzatetto, ha una casa, ma quei soldi gli servono», aggiunge Sergio che, pur avendo perso tutto anche lui, trova la forza di aiutare gli altri. «Ho investito tutti i miei risparmi lì – rivela -, i soldi di un’eredità insieme alla liquidazione e gli euro, risparmiati lavorando come capotreno. Guardi, mi vergogno a dirlo, ma per il matrimonio di mia figlia, se non mi avessero aiutato, non avrei neanche potuto pagarle il pranzo». Storie di una normalità tragica. Tra i tanti nomi c’è quello di Flora, poliomelitica con un’invalidità all’80%. La sua storia comincia nel 2010. «Ho investito, così, i miei 40mila euro. Sono stata mal consigliata – dice all’Adnkronos -, ma quando anni dopo ho chiesto di riaverli indietro per aiutare mia sorella, che era in difficoltà, mi sono trovata con un pugno di mosche in mano».

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