Fratelli d’Italia a congresso: radiografia di un partito “differente”

2 Dic 2017 20:20 - di Antonio Pannullo

Mentre assistiamo alle ultime fasi convulse quanto entusiastiche dell’avvio del II Congresso nazionale di Fratelli d’Italia al PalaRubini di Trieste, con migliaia di delegati che cercano di accreditarsi e giornalisti che si assiepano sulle scalinate della sala stampa per assistere ai vari interventi politici, ripercorriamola storia di un movimento giovane, delle sue recenti origini (2012) e di come sia riuscito in pochissimi anni a radicarsi sul territorio italiano in una continua crescita di consensi. Sarebbe inutile negare che FdI discende direttamente dal Movimento Sociale Italiano, passando successivamente per Alleanza Nazionale e per il Pdl, fino a distinguersi nella forma attuale. Qualche cifra, prima di tutto: 11 seggi alla Camera, 2 al Senato, 22 nei consigli regionali, decine e decine di sezioni, forse centinaia  su tutto il territorio nazionale, un numero di iscritti che raggiunge e supera i 50mila. La sede centrale è al centro di Roma, in piazza Paganica 13, e sempre nella capitale FdI è presente in diverse sezioni che fecero la storia della Destra in questo Paese: quella storica di via Livorno, la Nomentano-Italia, quella dove erano storicamente iscritti i segretari del Msi, a cominciare da Giorgio Almirante. E poi, quella altrettanto storica, perché fu la prima della storia, di Colle Oppio, la glosiosa “Istria e Dalmazia”, che dette rifugio subito dopo la guerra agli esuli giuliani, fiumani, dalmati nei suoi poco accoglienti locali, che ancora oggi ha conservato il suo nome in ricordo dei nostri fratelli profughi che allora furono rifiutati non dagli italiani ma dalle sinistre: quelle stesse sinistre che oggi favoriscono l’invasione della nostra patria da parte di clandestini per lo più africani, che profughi ed esuli non sono certo.

Tornando alla genesi di FdI, le cose andarono così: durante lo sciagurato governo Monti si levarono sempre più forti voci critiche da parte dell’area ex Alleanza nazionale, in particolare da Giorgia Meloni, ex ministro della Gioventù e da parte di Ignazio La Russa, già ministro della Difesa. anche Guido Crosetto, ex sottosegretario alla Difesa, fece sentire il suo dissenso. Così, il 16 dicembre 2012 fu organizzata la convention Primarie delle Idee. Il giorno dopo La Russa annunciò la formazione del nuovo soggetto politico e poco prima di Natale si formò il gruppo al Senato dal nome Centrodestra nazionale. L’avventura era iniziata: nel 2013 FdI si presentò alle politiche nella coalizione del centrodestra riuscendo a eleggere 9 deputati ma nessun senatore. Il capogruppo fu Giorgia Meloni, il coordinatore Crosetto e il presidente La Russa. Subito il gruppo annunciò la sua opposizione al governo Letta e, nel 2014,quella al successivo governo Renzi. Intanto FdI aveva lanciato iniziative politico-culturali come Officina Italia e Laboratorio Basilicata, risultando un protagonista attivo e partecipe della vita politica italiana. In particolare FdI si è opposta ai governo Monti, Letta e Renzi mettendo in luce la loro subalternità acritica all’Unione europea, fonte di numerosi dei guai dell’Italia. La posizione di FdI ha riscosso consenso da parte di soggetti politici e soprattutto degli italiani, che vedevano finalmente il ritorno nell’agone politico nazionale di un movimento determinato a seguire scelte politiche precise. Nel febbraio 2014 Giorgia Meloni è stata confermata presidente, è stato scelto un nuovo simbolo e il nome si è perfezionato in Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale. Nel mese successivo, a Fiuggi, si è svolto il primo Congresso del partito, dove, tra l’altro, è stata presa la decisione di uscire dal gruppo del Partito Popolare europeo e di aderire a posizioni molto critiche nel confronti della Ue. Alle elezioni europee del 2014 FdI non riuscì per una manciata di voti a superare lo sbarramento del 4 per cento, ma si è rifatto nelle successive amministrative, dove lo stesso Crosetto ottenne un seggio nel consiglio regionale piemontese. E sempre alle amministrative, per la prima volta FdI riuscì ad avere il primo sindaco di un comune capoluogo della sua storia, quando Dario De Luca divenne primo cittadino di Potenza. A ogni competizione elettorale, FdI ha sempre effettuato scelte precise sostenendo di volta in volta il candidato più vicino alle proprie posizioni. Nel corso del tempo di sono state adesioni di tutto rispetto, come quella di Giovanna Petrenga di Forza Italia e quella del deputato grillino Walter Rizzetto. Nel giugno 2016 il partito ottiene il suo miglior risultato di sempre superando il 12 per cento a Roma mentre la candidata del centrodestra unito Giorgia Meloni supera il 20. Lusinghieri risultati per il giovane partito in molti comuni a quella tornata, come Savona, Trieste, Grosseto, Novara, Latina e soprattutto Pordenone, dove viene eletto sindaco l’esponente di FdI Luca Ciriani. Come si ricorderà, poi, in occasione del referendum costituzionale, FdI aderì ai comitati “no, grazie”, stabilendo un ulteriore successo della sua linea politica. Nel dicembre di quell’anno anche il deputato azzurro Bruno Murgia aderisce a FdI. Anche con il governo Gentiloni il partito mantiene una coerente linea di dura opposizione.  Anche nelle amministrative di quest’anno il partito conferma la sua crescita, ottenendo lusinghieri risultato a Pistoia e l’Aquila dove elegge il sindaco, e Genova dove elegge il vice sindaco, alla Spezia, ad Asti, a Monza, a Rieti, a Frosinone e in altri comuni. Pochi mesi fa, infine, FdI  fa il suo ingresso a Palazzo Madama grazie all’adesione dei senatori di Forza Italia Stefano Bertacco e Bartolomeo Amidei. L’anno di FdI si chiude con il grande successo delle elezioni regionali siciliane, che vedono la vittoria del candidato fortemente voluto da FdI Nello Musumeci e con la conquista di tre seggi all’Ars. Ora è in corso il II Congresso, dal quale scaturiranno le linee programmatiche per i prossimi importanti impegni elettorali.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *