Droga nel biberon, giudizio immediato per la madre che tentò di uccidere la figlia

6 Dic 2017 16:11 - di Gabriele Alberti

Ha tentato di uccidere la figlia di tre anni dandole per due volte droghe e sedativi con il biberon, mentre la bimba era ricoverata all’ospedale Bambino Gesù di Roma per controlli. L’intervento tempestivo dei medici ha evitato la morte della bambina. Per questo Marina Addati, 29 anni, arrestata a gennaio e detenuta nel carcere di Benevento, è stata mandata a processo con giudizio immediato dalla Procura di Roma con l’accusa di tentato omicidio. L’udienza il 10 gennaio davanti ai giudici della Quinta sezione penale.

La madre killer: tentò di uccidere anche un’altra figlia

In passato avrebbe tentato di avvelenare con le stesse modalità anche la figlia più piccola, di appena un anno, apprendiamo dal Mattino. La sorellina era allora ricoverata all’ospedale Santobono di Napoli. La vicenda risale al novembre 2016 e il Tribunale per i minori di Napoli ha chiesto ed ottenuto la sospensione «dell’esercizio della responsabilità genitoriale» per la donna e il marito fondandosi sul fatto che la donna «in assenza di alcuna prescrizione medica ha somministrato nel tempo alle due figlie farmaci neurolettici e antiepilettici nella negligente omissione di controllo da parte del padre».

Turbe psichiche

Per i pm di Roma la donna potrebbe essere affetta da «qualche sindrome di natura psichiatrica – è scritto nel capo di imputazione -. Si ipotizza una sindrome di Munchausen, conosciuta anche come sindrome di Polle, disturbo che affligge i genitori, perlopiù madri, spingendoli ad arrecare un danno fisico al figlio per farlo credere malato così da attirare l’attenzione su di sè».

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