Stragi di Parigi, il figlio della prima vittima diserta le cerimonie: ce l’ha con Macron
Una commemorazione, quella delle stragi del 13 novembre a Parigi a due anni dalla mattanza del Bataclan e dello Stade de France, che dovrà registrare una significativa presenza in meno: ha scelto per polemica di non essere presente alla cerimonia in memoria del padre, infatti, e di non accettare l’invito del presidente della Repubblica Emmanuel Macron, Michael Dias, figlio della prima vittima degli attentati del 2015.
13 novembre a Parigi: grande assente il figlio della prima vittima delle stragi
Il padre, Manuel Dias, fu ucciso dai terroristi islamici capitanati da Salah Adeslam due anni fa allo Stade de France, ma il figlio ha scelto di non andare a salutare il presidente. «Oggi, a due anni da quel 13 novembre che mi ha cambiato la vita, ho deciso di rifiutare l’invito a recarmi alla cerimonia, e di conseguenza di non salutare il presidente della Repubblica, che dalla sua elezione agisce nei confronti delle vittime del terrorismo come con i più svantaggiati del nostro paese, in modo semplicemente sprezzante e inaccettabile». Non solo: nella sua risentita invettiva contro l’inquilino dell’Eliseo, Dias ha lamentato in particolare la scelta di sopprimere il Segretariato di stato incaricato dell’Aiuto alle vittime. «Il discorso del presidente e del suo governo sulle vittime è cambiato, e ormai si parla di aiuti alle vittime come se si trattasse di un atto di carità, quando dovrebbe essere visto come assunzione di responsabilità da parte di quegli stessi politici». E allora, ricordare le vittime è sacrosanto; ma non abbandonare i parenti delle vittime è doveroso: ancor di più.