Cutuli, chiesta la condanna a 30 anni per i due afghani assassini
Trenta anni per i due afghani sotto processo a Roma per l’omicidio dell’inviata del Corriere della Sera, Maria Grazia Cutuli, uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001. La condanna a 30 anni di reclusione è stata chiesta dal pm Nadia Plastina per i due afgani già condannati nel loro paese dove stanno scontando 16 e 18 anni di reclusione.
Cutuli, chiesta la condanna a 30 anni per i due afghani
Alla sbarra (e collegati in videoconferenza da un carcere del loro Paese d’origine) ci sono Mamur e Zar Jan, identificati rispettivamente come figlio di Golfeiz e di Habib Khan perché in Afghanistan non esiste l’anagrafe. I due, di etnia pashtum, devono rispondere in particolare di concorso nell’omicidio per motivi politici della giornalista e di concorso in rapina, per essersi impossessati di una radio, di un computer e di una macchina fotografica che la Cutuli aveva con sé.
Il pm: sono i responsabile della barbarie
Sono da considerare, “al di là di ogni ragionevole dubbio, i responsabili di un fatto delittuoso gravissimo, compiuto con ferocia, violenza e barbarie”, ha detto il pm. Il presunto leader della banda, Reaza Khan, arrestato e processato a Kabul nel 2007, è stato successivamente giustiziato. “Siamo arrivati – ha sottolineato ancora il pm Plastina – a ridosso del sedicesimo anniversario dalla morte della nostra connazionale, ma c’è stata sin dall’inizio una volontà chiara dello Stato italiano di arrivare, attraverso la Procura, all’individuazione degli autori di un fatto cosi’ grave collaborando con le autorità locali e correggendo una serie di intralci di natura procedurale. C’è un desiderio di giustizia della famiglia e dello Stato per questa valorosa giornalista”.