Quando il primo ottobre, San Remigio, la campanella chiamava tutti in classe
Quaranta anni fa, nel 1977, le scuole non cominciarono più il giorno di San Remigio, primo ottobre. La campanella della scuola chiamò a raccolta tutti gli alunni l’ultima volta il primo ottobre del 1976. Dopo, la legge stabilì che l’inizio delle lezioni veniva anticipato a settembre, con date che sono poi diventate flessibili a seconda delle regioni ma anche dei singoli istituti.
Un tempo però il primo ottobre era per ogni allievo l’esordio di un nuovo anno scolastico e le aule si aprivano contemporaneamente in ogni città d’Italia a simboleggiare che le regole erano le stesse per tutti e che l’istituzione-scuola era una come una era la cultura da trasmettere.
Altri tempi, appunto, quando si andava in classe con i grembiulini blu per i maschi e bianchi per le femmine, con fiocchi enormi, le cartelle con le fibbie, i quaderni con le copertine tutte uguali e i bambini di prima elementare si chiamavano ‘remigini’ perché il primo ottobre veniva celebrato San Remigio, il vescovo di Reims che battezzò il re franco Clodoveo con la Sacra Ampolla, da allora utilizzata a Reims per la consacrazione dei re di Francia.
Ci sono stati tentativi di tornare ad un’unica data di partenza per le scuole italiane ma non sono andati in porto: oggi anzi c’è chi vorrebbe tenere aperte le scuole anche in estate, in linea con la considerazione degli istituti non come luoghi educativi ma come strutture dove è garantita assistenza ai figli durante l’orario di lavoro dei genitori.