Per distrarre da Weinstein ci provano ancora con Trump: «Mi ha molestata»
Una manovra a tenaglia, quella ordita dal re del porno Usa, Larry Flynt e dalla ex concorrente di Apprentice, che nel 2016 ha accusato Donald Trump di molestie sessuali, e che è tornata a citare in giudizio il tycoon, chiedendo di ottenere tutta la documentazione relativa al suo caso. Una manovra a tenaglia che nel cercare di stringere nella sua morsa mediatica il presidente americano, perennemmente nel mirino dei suoi detrattori vip, tenta contestualmente di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale dallo scandalo che ha infangato Hollywood, quello davvero a luci rosse, e firmato Harvey Wenstein e con infinite note a margine siglate da illustri stelle liberal del firmamento cinematografico d’oltreoceano.
Manovra a tenaglia contro Donald Trump
Dunque, depistando attenzioni mediatiche e stornando polemiche politiche dal caso Weinstein, la Zervos – nota ai più per aver tentato di condizionare già nel 2016, durante il rush finale della competizione presidenziale, l’esito elettorale – denunciò di essere stata aggredita da Trump nel 2007, in un albergo di Beverly Hills. Il tycoon – sempre secondo le sue denunce e le sua ricostruzione dei fatti – avrebbe tentato di baciarla allungando le mani fin nelle parti intime. Poi, sempre nel tentativo di montare il caso e aumentarne la portata scandalistica, di recente la Zervos ha chiesto che fosse messa a disposizione la documentazione di tutte le donne – forse una decina di loro – che, funzionali alla sua denuncia, hanno raccontato a loro volta di aver subito molestie da parte di Trump. «La richiesta – riportano i media Usa e riferisce il sito dell’Ansa – è stata presentata nel marzo 2017, ma è giunta all’attenzione della corte solo lo scorso mese».
Le accuse di molestie in attesa di giudizio
Corte rispetto alla quale la donna si presenterà sostenuta da una delle più famose donne avvocato del foro statunitense, Gloria Allred che, è stato confermato dai siti e dalle agenzia di stampa internazionali proprio in queste ore, ha avanzato la richiesta di citazione in giudizio del presidente. La data di comparizione, però, non è ancora stata fissata in calendario: occorrerà infatti attendere che i togati si pronuncino prima sulla richiesta di archiviazione della causa per diffamazione presentata dai legali di Trump sull’intera vicenda scoppiata ad orologeria nel 2016. «Con la motivazione – come riporta l’Ansa a riguardo – che un presidente non può affrontare una causa civile durante il suo mandato».