La Lidl costretta a ripensarci: dopo la rivolta sul web torna la Croce sulla foto
La marcia indietro. Dopo la bufera di polemiche sul web, sui siti e sui quotidiani divampata sul caso Lidl e la cancellazione delle croci sulla chiesa di Sant’Antonio Abate di Dolceacqua nel poster pubblicitario, per non offendere i clienti mussulmani, la catena di supermercati tedesca ci ripensa e trova una soluzione pratica per placare gli animi. E’ Avvenire a diffondere la notizia. La gigantografia appesa all’ingresso del supermercato Lidl di Camporosso, in provincia di Imperia è stata sostituita con un’altra immagine: il borgo di Dolceacqua e le sue chiese sulle quali sono tornate le croci. Si tratta di una soluzione di compromesso, un atto dovuto, un ripensamento? Intanto il sindaco di Dolceacqua Fulvio Gazzola – che aveva monacciato di adire le vide legali per lo stravolgimento del paesaggio e dell’identità del paese- e il direttore regionale di Lidl Italia, Markus Rose, sono arrivati a una distensione: “Sostituiremo l’immagine” aveva detto il manager.
Lidl travolta dalla rabbia della rete
L’Amministrazione di Dolceacqua aveva chiesto di rimuovere dal punto vendita di Camporosso la gigantografia con le chiese senza croci. Un fotoritocco a cui la Lidl è abituata come strategia di marketing. Lo aveva fatto un mese fa con le chiese dell’isola greca di Santorini, la cui foto utilizzata dalla catena di supermercati si presentava senza le tradizionali, uniche, inconfondibili croci. Lo aveva fatto per arrivare a una sorta di “neutrealismo religioso” che ha del demenziale: evitare “l’utilizzo dei simboli religiosi sui nostri imballaggi per mantenere la neutralità in tutte le religioni”. Ma durante questi giorni la protesta sul web è stata massiccia e furiosa, non solo per la sensibilità religiosa dei credenti italiani offesi, ma anche per la cinica disinvolutra con cui vengono modificate le immagini paesistiche che sono patrimonio nazionale: basta fare un giro in Rete e leggere i commenti fioccati a pioggia da tutta Italia e non solo dalle parti di Dolceacqua. Dalla Lidl si smentiscono, dicendo che si è trattato di una svista, mentre in precedenza si erano trincerati dietro una ben precisa strategia aziendale: non offendere i non cristiani.