La Lega non è più “nord”. Ora Salvini rinunci all’indipendenza della Padania

28 Ott 2017 14:20 - di Mario Landolfi

È una novità non da poco la decisione di Matteo Salvini di eliminare il riferimento al nord dal logo della Lega. E non solo per il centrodestra, ma per l’intera politica nazionale. In politica, si sa, quasi mai scelte di questo tipo vengono adottate da solide convinzioni che non poggino anche su più nascoste convenienze. E Salvini non fa eccezione: si è accorto che non sarebbe andato troppo lontano a contestare l’euro in nome del tallero, così come ha compreso fin troppo bene nessuna contesa con Berlusconi sulla leadership del centrodestra sarebbe stata credibile restando trincerati nella ridotta lombardo-veneta. Contesa che ora, da leader di una Lega divenuta nazionale, Salvini può intraprendere con ben altro slancio. Questa, però, è la teoria. La pratica, invece, è sempre più esigente e severa. Ed è probabile che a breve non mancherà di chiedere a Salvini di dimostrare coi fatti che la svolta non è consistita solo in un tratto di penna in vista delle elezioni e di quel che ne seguirà, ma rappresenta e costituisce un punto dal quale non si torna più indietro. In tal senso, la tempistica autorizza a coltivare più di un dubbio. Chiedetevi infatti se l’esito del referendum pro-autonomia del Veneto sarebbe stato lo stesso se il ripudio della parola “Nord” fosse stato annunciato prima e non dopo la consultazione. E poi provate ad immaginare quali equilibri politici interni ne sarebbero scaturiti: o Zaia gli avrebbe conteso la leadership in caso di vittoria o gli avrebbe addossato la responsabilità della sconfitta. In ogni caso, la Lega non sarebbe stata più la stessa. Una scelta, dunque, giustamente prudente quella di Salvini ma che ha bisogno di ulteriori, coerenti, passaggi se non vuol essere tacciata di tatticismo e di reticenza: il primo consiste nella cancellazione del riferimento all’«indipendenza della Padania» dallo statuto leghista; la seconda nel battersi per ripristinare in Costituzione il riferimento al Mezzogiorno, cancellato dalla sinistra nella sciagurata riforma del Titolo V del 2001. Nessuno pretenda che si facciano ora. Basta l’impegno. A Salvini crediamo sulla parola.

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