Due ministre svedesi denunciano: “Molestie da parte di politici stranieri”

24 Ott 2017 14:38 - di Laura Ferrari

Lo scandalo delle molestie sessuali partito da Hollywwod con le accuse al produttore Harvey Weinstein si allarga a macchia d’olio ad altri settori della vita pubblica. E tremano anche i palazzi della politica. A denunciare di essere state molestate sessualmente sono state anche due importanti ministre svedesi. Ha iniziato Margot Wallström (ministra degli Esteri svedese) seguita da Asa Regnér (ministra delle Pari opportunità).

È caccia al ministro degli Esteri straniero molestatore

Come ha riportato Repubblica, la ministra Wallström ha scritto sulla sua sua pagina Facebook di «molestie politiche da me subite da un collega europeo del massimo livello». I fatti, racconta ancora la ministra, sarebbero accaduti nel 2014 durante una cena di lavoro durante un vertice europeo. «Improvvisamente mi sono accorta che quella persona stava palpeggiando le mie cosce e le mie gambe, era violenza sessuale al massimo livello politico». Inevitabilmente è scattata la caccia al ministro “incriminato”.

Le molestie alla ministra delle pari opportunità: “Palpeggiata ovunque”

Qualche ora dopo è arrivata la rivelazione della collega, Asa Regnér (ministra delle Pari opportunità). «Allora ero giovane – ha rivelato la Regnér al quotidiano popolare Expressen -, partecipai a un vertice europeo. Dopo la riunione, un collega d’alto rango di un altro Paese mi invitò a uscire, ad andare insieme in un locale a bere un drink. Mi aveva detto che le mie idee e posizioni lo interessavano, e che intendeva ascoltarmi per apprendere di più. Allora ero giovane, ambiziosa e forse ingenua, accettai l’invito». «All’improvviso mi accorsi che ci trovavamo in un locale buio – ha continuato la ministra -, e da un momento all’altro lui cominciò a palpeggiarmi, sentii inorridita le sue mani ovunque, in ogni angolo del mio corpo. Ero inorridita, mi sentii paralizzata dal disgusto e dall’ira. Di colpo mi fu chiaro che quel collega cercava ben altro che uno scambio di idee. Oggi mi chiedo quante altre donne in politica abbiano dovuto subire simili attacchi».

 

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