Cinque ipotesi per un massacro: la vita di Paddock al setaccio dell’Fbi

3 Ott 2017 15:41 - di Redazione

Ha sparato dalla suite del suo albergo una raffica infinita di colpi sul pubblico di un concerto di musica country uccidendo 59 persone e ferendone oltre 500. Ma cosa ha spinto il killer di Las Vegas, Stephen Paddock, un tranquillo e benestante pensionato di 64 anni di Mesquite, in Nevada, a compiere la più grave sparatoria di massa della storia moderna degli Stati Uniti? E’ ancora mistero sul perché l’uomo, dotato di un arsenale da guerra, abbia aperto il fuoco sulla folla. Gli inquirenti dovranno risolvere l’enigma. Ecco 5 ipotesi, avanzate dal Daily Mirror, sul movente del massacro.

1) ATTACCO TERRORISTICO DELL’ISIS

L’Isis ha rivendicato, tramite l’agenzia di propaganda Amaq, la responsabilità dell’attacco. L’attentatore, ha fatto sapere, 1è un soldato dello Stato islamico» che ha agito «rispondendo alla richiesta di colpire i Paesi della coalizione» impegnata a combattere il gruppo jihadista. In un secondo comunicato l’Isis sostiene che l’assalitore si era convertito all’Islam diversi mesi fa. Fonti investigative americane hanno però chiarito che non sarebbero emersi legami tra Paddock e gruppi terroristici. Non è escluso che lo Stato islamico abbia rivendicato l’attacco al solo scopo di diffondere la paura in Occidente. Si è detto che Paddock nel periodo precedente il massacro stesse inviando migliaia di dollari al mese nelle Filippine, Paese attualmente impegnato nella lotta contro un gruppo di estremisti islamici fedeli all’Isis. Ma è possibile che i pagamenti siano collegati alla compagna di Paddock, Marilou Danley, che ha parenti nelle Filippine. La donna, che si trovava all’estero al momento dei fatti, non risulta coinvolta in alcun modo nel massacro.
 
2) DEBITI DI GIOCO

Nella vita tranquilla di Paddock l’unica trasgressione era la passione per il gioco d’azzardo. Erano frequenti le sue puntate a Las Vegas, città mecca del divertimento, dove trascorreva giorni interi negli alberghi a giocare al casinò anche somme ingenti. «Giocava forte al video poker», conferma il fratello Eric che racconta di aver ricevuto una volta un sms da Stephen in cui gli annunciava di aver vinto «250mila dollari al casinò». Tra il suo successo al gioco e le proprietà in Florida, Nevada e California, Paddock si ritiene potesse essere diventato multimilionario. Ma si sa che ogni giocatore può vedere le sue fortune polverizzarsi in un attimo. Il fratello ha detto di non aver alcuna informazione riguardo a possibili problemi finanziari o debiti di gioco di Stephen ma è possibile ipotizzare che Paddock avesse accumulato enormi debiti nei mesi precedenti il massacro?

3) RANCORE CONTRO I CASINO’

C’è poi l’ipotesi che si tratti di un gesto frutto di un folle rancore. Cinque anni fa, nel 2012, Paddock denunciò un casinò di Las Vegas dopo essere scivolato e caduto a causa di un ostacolo sul pavimento. Il 64enne dichiarò di essersi rotto un tendine e slogato un polso chiedendo 32mila dollari per coprire le spese mediche. Ma può essere considerato un elemento significativo? Il casinò in questione era il Cosmopolitan, non il Mandalay Bay, e Paddock ha sparato contro chi stava assistendo al concerto e non nell’hotel. Il caso è stato chiuso nel 2014. Ciò può significare che entrambe le parti hanno accettato un accordo e forse è stato concordato un risarcimento oppure che il tribunale non ha trovato alcuna prova a sostegno della denuncia. Secondo ABC News, la richiesta è stata respinta e Paddock non ha ottenuto nulla. Jared R. Richards, che era il legale di Paddock nel caso, ha rifiutato di commentare, scrive il Mirror.

4) PDDOCK MALATO MENTALE?

Gli investigatori stanno indagando anche nella vita del killer per risolvere l’enigma del massacro. Si cerca di capire se possa esserci una relazione tra il folle gesto del pensionato e la personalità del padre, un rapinatore di banche affetto da psicopatia. Benjamin Hoskins Paddock finì nella lista degli Fbi Most Wanted nel 1969 quando evase dalla prigione federale del Texas mentre scontava una pena di 20 anni. Rimase poi nell’elenco per 8 anni. Quando l’agenzia federale aveva perso le speranze di trovarlo, fu catturato, nel 1978, fuori da un sala di bingo dell’Oregon. L’agenzia segnalava che il ricercato era, secondo quanto gli era stato diagnosticato, uno «psicopatico» ed aveva possibili «tendenze suicide». L’uomo è morto qualche anno fa.

5) ANTITRUMP E “ANTIFA”

La strage di Las Vegas ha fatto riesplodere negli Stati Uniti il dibattito sul controllo delle armi, un dibattito che divide con forza l’opinione pubblica americana. «Il nostro dolore non è sufficiente», ha scritto su Twitter Hillary Clinton, invitando a prendere posizione contro l’Nra (National Rifle Association), la lobby delle armi. Per tutta risposta i commentatori di destra hanno avanzato la teoria secondo cui Paddock fosse legato alla politica di sinistra, senza però alcuna prova effettiva. Diversi blog, in base a un filmato molto sgranato, hanno ipotizzato che l’uomo fosse presente a una protesta anti-Trump ma la qualità delle immagini è tale, secondo il Mirror, da rendere impossibile l’identificazione dei soggetti. Di certo Paddock non è registrato nelle liste né come democratico né come repubblicano. Qualcuno ha sostenuto che il 64enne fosse un «antica», termine indicato per descrivere gli anti-fascisti. Ma in questo caso l’equivoco sarebbe collegato ad alcuni post che appaiono sul profilo Facebook di un uomo erroneamente indicato inizialmente come il killer di Las Vegas. Il soggetto in questione però non ha niente a che fare con Paddock e con il massacro. Un massacro che resta senza un movente.

 

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