Forza Italia: «Attenti alla “fotocopia” Gentiloni. È solo un Renzi meno bullo»

5 Set 2017 13:40 - di Giacomo Fabi

Non è ancora un incubo, ma è già una sottile preoccupazione. Una di quelle che t’imbroncia senza farti calare l’angoscia addosso. Si chiama Paolo Gentiloni, l’attuale premier il quale, tomo tomo cacchio cacchio, avrebbe detto Totò, sta sempre più sagomando il proprio profilo istituzionale per assurgere al ruolo di riserva della Repubblica.

Brunetta suona la carica contro il premier

Il suo ragionamento è semplice: poiché è improbabile che in questo scampolo di legislatura il Parlamento riesca a sfornare qualcosa che somigli ad una nuova legge elettorale e dal momento che è impossibile che, con quella attuale, un qualsiasi partito raggiunga il 40 per cento dei voti, l’unica scenario possibile sono le larghe intese post-elettorali. E a chi affidarne la guida se non all’attuale premier, così pacato e così sempre sotto le righe? Ma le larghe intese non piacciono a tutti, neppure in Forza Italia. Non ne vuol sentir parlare, ad esempio, Renato Brunetta. Infatti non è un caso che sia stato proprio il vulcanico capogruppo “azzurro”, dai microfoni di Radio Cusano Campus, a dare la sveglia ai suoi: «Gentiloni sta facendo la fotocopia di Renzi al governo. Viene un po’ pompato dai giornaloni rispetto al nulla della sua attività politica, quasi che il nulla sia un titolo di merito. È il segno dei tempi».

«Sono le macerie l’eredità di Renzi e Gentiloni»

Brunetta avverte il pericolo che il protrarsi di una dura polemica contro Renzi finisca per agevolare i disegni del successore. Ecco allora la necessità di schiacciare l’uno sull’altro: «Gentiloni – prosegue Brunetta – non ha soggettività politica, è diventato premier dopo la sconfitta di Renzi al referendum. Il suo governo sta andando male, ha sbagliato su tutto». Soprattutto – spiega – sul fronte economico-finanziario: «Sentendo le parole di Padoan a Cernobbio – osserva il capogruppo di FI – mi sono messo a ridere: spudorato e faccia di bronzo. Padoan lascia l’Italia fanalino di coda della crescita in Europa, isolata in Europa, lascia un’Italia distrutta nel suo sistema bancario. Ecco, queste sono le macerie di Padoan, Renzi, Gentiloni».

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