All’asta l’Alfa di D’Annunzio “Soffio di Satana”: si credeva fosse scomparsa

24 Set 2017 20:19 - di Federica Argento

L’Alfa Romeo 6C 2300 Turismo che fu di Gabriele D’Annunzio, a tutt’oggi ritenuta scomparsa anche dagli storici perché il suo attuale proprietario non l’ha utilizzata per raduni, manifestazioni e concorsi d’eleganza ma l’ha gelosamente conservata per più di cinquant’anni, è la ‘stella assoluta’ della prima vendita di auto classiche della casa d’aste Pandolfini, in programma mercoledì 27 settembre a Firenze, a Villa La Massa. L’auto appartenne “al Comandante Gabriele d’Annunzio, Principe di Montenevoso”: così è scritto nei documenti di circolazione originali che accompagnano l’Alfa Romeo 6C venduta dalla casa automobilistica il 12 aprile 1935. L’Alfa Romeo usata dal Vate negli ultimi tre anni della sua vita al Vittoriale per ricevere gli ospiti alla stazione di Desenzano e per suoi viaggi personali che, esulando da quelli segreti, ci raccontano dei molti intrapresi alla volta di Verona per incontrare Arnoldo Mondadori, controllare la produzione dei suoi libri e chiedere pagamenti anticipati. La vettura era stata battezzata dal Vate stesso  “Soffio di Satana”: costruita in due soli esemplari era stata creduta persa. per più di cinquant’anni

Piero Chiara, nella sua “Vita di Gabriele d’Annunzio” (Mondadori, 1978), riporta ad esempio che il 26 agosto 1937 andò a prendere Ugo Ojetti (giornalista, letterato, Accademico d’Italia), mentre fu cancellato a causa della sua debolezza il viaggio a Venezia in programma per il giorno successivo. Forse uno degli ultimi viaggi fu quello che a fine luglio del 1937, sei mesi circa prima della morte, portò il Vate accompagnato dal suo stretto collaboratore Moroni a Parma e a Verona. Poi a parlare sono la storia e i documenti a partire da quello del 1937 in cui è costituita la “Fondazione del Vittoriale degli Italiani”, alla quale il 17 aprile 1940 fu trasferita la proprietà dell’Alfa Romeo.

 Con il 5 agosto 46 si apre quella seconda vita che ha portato tutti a pensare alla definitiva scomparsa della vettura, l’Alfa Romeo fu acquistata dalla Società Autotrasporti Industriali di Busto Arsizio, perdendo quindi la sua originale targa, BS 10764, per quella che porta ancora oggi, VA 18580. In seguito, nell’aprile del ‘63 la 6C 2300 viene acquistata da due giovani fratelli di Castellanza che l’hanno usata solo in occasione di qualche speciale cerimonia famigliare: una “vita privata” che gli ha permesso di non essere avvistata dai radar dei commercianti e dei collezionisti.

 

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