Lombardia, indagato funzionario gay del Pirellone. “Ha rubato un milione per amore”
L’accusa è pesante: avere sottratto circa un milione di euro di fondi pubblici per darli al compagno con il quale è “sposato” civilmente. Andrea Biggi, 46 anni, funzionario responsabile dell’Ufficio “gestione sviluppo rurale”, la struttura deputata all’autorizzazione dei pagamenti dei contributi agricoli con i soldi dei fondi europei per Regione Lombardia, è indagato per peculato in concorso con il compagno Gian Luca B., suo coetaneo, con cui è unito civilmente.
Il funzionario della Regione Lombardia gestisce i fondi agricoli
L’indagine, coordinata dal pm Paolo Filippini, ha portato al sequestro preventivo dei conti correnti della coppia. Sui conti sarebbero state accreditate le somme sottratte dai fondi pubblici. Sequestrato anche un immobile a Voghera: per gli inquirenti sarebbe stato acquistato con il denaro ricavato. Secondo la ricostruzione dei giornali locali, Biggi, dirigente da almeno cinque anni della struttura che assegna contributi a fondo perduto, insieme con il compagno, avrebbe creato un’azienda agricola fittizia alla quale avrebbe liquidato 933mila euro di contributi pubblici in sei mesi. Un’azienda che però non esiste, almeno secondo quanto ricostruito dalla Procura.
Lombardia, sequestrati immobili e conti correnti
«Si ritiene che la condotta posta in essere dal Biggi, in concorso con il compagno B. – si legge nel decreto di sequestro firmato dal pm Filippini – sia riconducibile alla fattispecie incriminatrice di peculato, in quanto il predetto funzionario aveva la gestione dei contributi pubblici e dunque la disponibilità giuridica dei fondi, liquidandoli all’esito di una istruttoria di cui era il responsabile».
La denuncia partita dalla Regione Lombardia
«L’intervento della Procura di Milano – fa sapere una nota del Pirellone – nasce da una segnalazione effettuata dalla Regione». Il 2 agosto dei controlli interni sulle procedure gestite dall’Organismo Pagatore regionale hanno riscontrato dell anomalie. «La Regione Lombardia ha assicurato fin da subito la massima collaborazione alla Magistratura per il pieno accertamento dei fatti. Nei confronti del dipendente sono stati immediatamente assunti i provvedimenti disciplinari previsti dalla legge».