Lazio, Zingaretti scimmiotta il Duce: “Con me i treni arrivano in orario…”

10 Lug 2017 17:49 - di Antonio Pannullo

“Il 92,3% dei treni del Lazio sono puntuali e il 71% dei pendolari è soddisfatto. Bene, facciamo di tutto per migliorare la qualità vita persone”. Lo scrive in un tweet il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Con quest’aria liberticida che tira, anche il presidente della Regione Lazio potrebbe rischiare un’inciriminazione per apologia di fascismo… Ma scherzi a parte, la dichiarazione di Zingaretti lascia quantomeno perplessi, perché la realtà del trasporto regionale è molto lontana dal quadro idilliaco che dipinge non tanto il governatore del Lazio quanto Trenitalia, che in un comunicato trionfalista scrive: “Una puntualità reale (arrivo entro i 5 minuti dall’orario previsto) del 91,1% e un indice di regolarità (corse effettuate rispetto alle programmate) del 99%. Indici che, considerando le sole cancellazioni (0,4%) e ritardi (2,7%) imputabili direttamente a Trenitalia salgono al 99,6% come regolarità e 97,3% di puntualità. Migliora anche il giudizio dei clienti: a maggio l’82% si è dichiarato soddisfatto del viaggio nel suo complesso”. Francamente ci chiediamo su quale pianeta viva Trenitalia: è evidente che il suo management non abbia mai messo piede su un treno regionale né abbia mai fatto il pendolare. Quanto alla soddisfazione degli utenti, basterebbe effettuare un sondaggio a qualsiasi ora di qualsiasi giorno su un qualsiasi treno per rendersi conto che le cose non stanno affatto così. Il metodo con cui Trenitalia confeziona il suo roseo paesaggio non ha fondamenta, perché ci si basa sul numero dei reclami degli utenti, che in effetti non ci sono. Perché? Ma perché per effettuare un reclamo occorre andare all’apposito ufficio di una stazione (grande), prendere il modulo, compilarlo e consegnarlo agli addetti. È evidente a tutti che un viaggiatore che arriva a destinazione in ritardo e deva andare a lavorare o a scuola, non perde ulteriore tempo per effettuare questa trafila burocratica, e preferisce lasciar correre, conscio soprattutto del fatto che sarebbe del tutto inutile. Quanto agli orari, Trenitalia si basa sui rapporti che compaiono sui display delle stazioni, che però non dicono mai il vero: quando è annunciato un ritardo di cinque minuti, l’arrivo reale del treno è sempre superiore, ma questo non viene registrato, così le carte sono in regola. Questa rappresentazione edulcorata della situazione non giova certo all’immagine di Trenitalia, perché i viaggiatori sanno benissimo come stanno le cose, perché le provano ogni giorno sulla loro pelle. Ci sono altri indicatori che palesemente non trovano riscontro nella realtà: la pulizia a bordo, che secondo Trenitalia sarebbe aumentata, mentre sempre più spesso nei bagni non c’è neanche l’acqua; il comfort, quando in moltissime stazioni le scale mobili non funzionano, e in alcune non hanno mai funzionato; le biglietterie, più uniche che rare; e via di questo passo. Tutte criticità alle quali si aggiunge il recente rifacimento dei marciapiede in molte stazioni, marciapiede che chiaramente non avevano alcun bisogno di essere rifatti. Questi fondi avrebbero potuto essere utilizzati per opere veramente importanti. Insomma, i dati non sono quelli che vengono propalati, non sappiamo se per carenza di informazioni oppure per altri motivi. Ma se davvero i vertici di Trenitalia volessero appurare come stiano realmente le cose, basterebbe fare un viaggio sui treni regionali o affidare un’indagine conoscitiva a un soggetto terzo. Quello che è certo, è che i dati diffusi da Trenitalia suscitano solo l’ilarità – e la rabbia – di chiunque utilizzi i treni in questione.

 

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