Maroni premier? FI smentisce: “Con lui Berlusconi ha parlato solo della Lombardia”
Una cena ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Roberto Maroni ha offerto lo spunto ai media per leggere il faccia a faccia come tassello di una strategia del Cavaliere per mettere all’angolo Renzi e Salvini. Berlusconi penserebbe ad un’investitura di Maroni quale candidato premier per mettere in difficoltà il leader della Lega e allo stesso tempo avrebbe allacciato i rapporti con Dario Franceschini per dare ossigeno all’opposizione antirenziana nel Pd.
Una strategia che Forza Italia si è affrettata a smentire: non c’è “nessun dialogo con esponenti del Pd sulla legge elettorale per destabilizzare il vertice del partito, che resta l’unico interlocutore, ma solo normali contatti tra i Gruppi parlamentari”, afferma infatti una nota della segreteria. Quanto all’incontro con Maroni, si è trattato di un colloquio avente come oggetto temi riguardanti la Regione Lombardia.
E’ ancora una nota della segreteria di Forza Italia a chiarire la vicenda: nessuna azione contro il segretario della Lega Matteo Salvini, ma solo un incontro sulle questioni riguardanti la Lombardia. “Da sempre -si legge nel comunicato- il presidente Berlusconi, e con lui tutta Forza Italia, ha per regola di rispetto e correttezza quella di non interferire nelle dinamiche interne di altre forze politiche. Ciò vale naturalmente anche, anzi a maggior ragione, per i nostri amici ed alleati della Lega nord: il presidente ha ricevuto il governatore Maroni solo per discutere di temi riguardanti la Regione Lombardia, la più grande Regione italiana guidata con successo dal centrodestra”.
L’ipotesi Maroni premier, rilanciata dal quotidiano la Stampa, viene smentita anche da Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia: quel retroscena non sta in piedi, assicura Brunetta, ”Maroni – spiega – è un bravissimo governatore della Lombardia, è stato ministro del governo Berlusconi, ottimo ministro del Lavoro e ottimo ministro dell’Interno. E’ una personalità fondante della Lega, è una risorsa istituzionale e di governo del nuovo centrodestra vincente nel nostro Paese. Come lo è Zaia e come lo è il ruvido Salvini”.