Oltraggio al Duce: realizzata una piantagione di cannabis nel Canale Mussolini
27 Giu 2017 15:25 - di Monica Pucci
Benito Mussolini non avrebbe gradito. Nel suo canale, il primo, quello che aveva dato inizio alla bonifica delle paludi pontine, qualcuno aveva organizzato una losca coltivazione di cannabis per ricavare erba da mettere al servizio di cannaioli del posto. Eh sì, perché nascosta tra la vegetazione di quel posto così caro al Duce, che cresce lungo il famoso Canale Mussolini, c’era una piantagione di cannabis. La scoperta fatta dai vigili del fuoco nel terreno demaniale del Consorzio di Bonifica, a Borgo Carso. I pompieri stavano spegnendo un incendio di sterparglie lungo il fosso, quando si sono accorti delle strane piante: intervenuti sul posto i carabinieri delle stazioni di Latina, Borgo Podgora e Latina scalo, insieme al gruppo forestale dei carabinieri di Sabaudia, hanno recuperato 47 piante di cannabis, mediamente alte 1.50 metri e del peso di circa 40 kg.
Il Canale Mussolini (nella foto, Mussolini con un operaio, Istituto Luce, archivio del Senato) ha ispirato un famoso romanzo di Antonio Pennacchi, vincitore del premio Strega. “Certo, ripeto, era pieno di fascino il Mussolini e mio nonno se lo stava a sentire estasiato, perché parlava addirittura meglio del Rossoni: frasi secche e incisive che tu capivi subito. Con lui pareva tutto semplice, non i ragionamenti complicati che ci vuole l’avvocato per capirli”, scrive Pennacchi raccontando il periodo del Ventennio in quelle zone risanate.
Oggi quella zona bonificata è chiamata “Canale delle Acque Alte”. Il territorio pontino con la bonifica del Fascismo fu diviso in sei sistemi idrografici principali: i tre bacini delle Acque Alte, Acque Medie e Acque Basse raggruppati nel sistema della Bonifica di Piscinara, il bacino della Bonificazione Pontina, il sistema dei bacini costieri e quello dei bacini pedemontani.
“La gente da noi camminava scalza, come abbiamo poi camminato scalzi per tutto l’Agro Pontino fin che nel 1960 non è arrivato il benessere”, scriveva ancora Pennacchi.