Ius soli, il Mns scende in piazza: «Pronti anche al referendum abrogativo»
Un «attentato all’integrità del popolo italiano», che bisogna respingere con ogni mezzo, «anche ricorrendo alla raccolta di firme per un referendum abrogativo». Alla vigilia dell’arrivo in Aula al Senato dello Ius soli, il Movimento nazionale di Gianni Alemanno e Francesco Storace, insieme a Riva destra e Patria, annuncia battaglia contro la legge. Il primo passo: una manifestazione nei pressi di Palazzo Madama, proprio in concomitanza con l’avvio della discussione.
Alemanno: «Una legge pericolosa»
«Lo Ius soli non è l’ennesima legge malfatta. È una legge pericolosa», ha sottolineato Alemanno, annunciando la manifestazione che si terrà giovedì, a partire dalle 15, in piazza delle Cinque Lune, a due passi dal Senato. «Siamo nel bel mezzo di un’invasione di clandestini e il Parlamento, invece di studiare forme e strumenti per frenare l’immigrazione illegale, approva leggi che incentivano le traversate e gli sbarchi», ha ricordato ancora Alemanno, per il quale «si tratta di una prova del totale distacco del Parlamento dai cittadini, l’evidente mancanza di considerazione di un Paese che non ce la fa a gestire questo problema enorme». «Il ministro dell’Interno Minniti si rende conto che la situazione è ben oltre il livello di emergenza e va in Libia a pietire un po’ d’aiuto», ha detto ancora l’esponente del Movimento nazionale per la sovranità, chiarendo che «quella di domani è solo la prima tappa di una mobilitazione che andrà avanti nei prossimi giorni per impedire l’approvazione della legge».
Il Mns pronto per il referendum abrogativo
L’obiettivo del Mns è respingere la legge, «un oltraggio agli italiani», con ogni mezzo. «Anche ricorrendo alla raccolta di firme per un referendum abrogativo», ha spiegato Storace, ponendo l’attenzione sul fatto che «questa è una vicenda che sta passando nel silenzio, nel totale disinteresse dei media» e auspicando il massimo impegno di tutta l’opposizione parlamentare per «impedire l’approvazione di una legge che snatura l’identità del popolo italiano, facilita l’ottenimento della cittadinanza italiana, completa un processo di sostituzione etnica che va avanti da anni, mette in discussione la sicurezza e le legalità».