Un altro scempio dell’Isis in Siria, distrutte le statue romane di Dura Europos
L’ennesimo scempio al patrimonio storico della Siria è stato commesso dai jihadisti dell’organizzazione dell’Isis. In un video diffuso dall’agenzia dell’Isis “Amaq”, un miliziano distrugge delle statue e dei manufatti di epoca romana che dice essere state rinvenute nel sito di al-Salhiye, ossia Dura Europos, nei pressi di al-Bukamal, nella provincia di Deir Ezzor, al confine tra Siria e Iraq. Nel video, che dura circa un minuto e mezzo, il jihadista spiega che il comitato per la sharia dell’organizzazione ha preso questa decisione poiché «si tratta di idoli realizzati per essere adorati al posto di Dio» e precisa che i reperti sono stati rinvenuti a Salhiye, che «fa parte della Wilaya dell’Eufrate», con riferimento alla suddivisione geografica delle province del sedicente “califfato”.
Siria, la storia di Dura Europos
Dura Europos è un’antica città della Mesopotamia, situata oggi in Siria (in prossimità del villaggio di Salhiyah), fondata da Seleuco I Nicatore (attorno al 300 a.C.), sulla riva destra del fiume Eufrate. Antico insediamento semitico, divenne parte dell’impero macedone sotto i seleucidi, che le diedero il nome della loro città di origine, Europo. La sua posizione lungo i confini orientali dell’Impero romano, a diretto contatto prima con il Regno dei Parti e poi dei Sasanidi (dopo il 224), significava una fusione di differenti tradizioni culturali, molte delle quali furono conservate nelle attuali rovine della città. Alcuni reperti notevoli sono stati portati alla luce, tra cui numerosi templi, decorazioni murali, iscrizioni, equipaggiamento militare, tombe, numerosi papiri e persino segni evidenti dell’ultimo dei suoi drammatici assedi, quello dei sasanidi che portarono al definitivo abbandono del sito attorno al 256 circa.