Treviso, la sfida alla criminalità: “Ladri, una calorosa accoglienza: bang, bang”
Legittima difesa: il provvedimento approvato alla Camera scatena, oltre alle solite reazioni politiche di segno opposto, anche qualche iniziativa goliardica. Lo segnala il quotidiano La Trubuna di Treviso, dal quale abbiamo anche preso la emblematica folto. Il fatto, dice la Tribuna di Treviso, è avvenuto a San Giuseppe, quartiere trevigiano più volte bersaglio di ondate di furti. L’autore del cartello, dice il sito del quotidiano, non ha atteso le correzioni previste dal Senato in seconda lettura, ma ha subito affisso il cartello, scritto a mano di fronte alla sua villetta. C’è scritto così: “Pregasi i signori ladri di venire dopo l’imbrunire per avere una calda e calorosa accoglienza”, e sotto un ritaglio da un fumetto con una pistola che spara con evidenziato un bel “bang bang!“. La scritta, pur spiritosa e provocatoria, è frutto dell’atteggiamento non tanto dei ladri, che fanno il loro onorato mestiere, quanto di chi li arresta e poi li scarcera magari il giorno stesso, quando li arresta, e del clima di impunità assoluta delle bande che scorazzano in giro per questa zona, ma non solo questa, e che il più delle volte la fanno franca. Se aggiungiamo che la legge sulla legittima difesa è solo un pasticcio risibile, si capisce il perché di una sfida così aperta quanto pienamente giustificata. La Trbuna di Treviso, nell’articolo, ricorda: “E non è stato un magistrato come Mascolo a dire che si sarebbe armato, di fronte a un misterioso inseguimento notturno occorsogli nelle scorse settimane?”. Il quotidiano ricorda anche un fatto di tanti anni fa, sottolineando che in quella zona le tragedie non sono0 mancate: “Pietra miliare quanto avvenne a Oderzo 26 anni fa, la notte – sì, era buio – del 23 settembre 1991: l’imprenditore Angelo Geri uccise Rudy Marciano, un giovane giostraio penetrato nel negozio sotto la sua abitazione. Ne nacque un caso giudiziario che rimbalzò in tutta Italia, e mentre la giustizia ordinaria faceva il suo corso, ben 26 mila firme indussero l’allora presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, infine, a graziare Geri”. E così conclude, un po’ preoccupato: “E c’è da credere che il pioniere di San Giuseppe, a queste latitudini, possa anche fare tendenza”.