Piano della Raggi per i rom, FdI: «Pronti alle barricate»

31 Mag 2017 19:44 - di Redazione

«Dopo ripetuti annunci e rinvii, finalmente la Giunta Raggi scopre le carte sul piano rom ma già in partenza c’è qualcosa che non torna, la Raggi, infatti, ha annunciato che chiuderà i campi rom ma è falso perché si tratta di un piano dilazionato che partirà tra due anni e solo per alcuni campi». È  quanto dichiara in una nota Federico Rocca, responsabile romano enti locali Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.

«Altro aspetto, a nostro avviso inaccettabile -continua- è la strada che vogliono adottare, ossia, dare ai rom case popolari e contributo  per l’affitto ma per un massimo di due anni e solo a chi ne ha diritto in base al reddito e composizione familiare. Dopo i due anni cosa  accadrà? Chi pagherà se i rom ospitati non saranno in grado di farlo?  È facile immaginare che diventeranno morosi a spese nostre oppure  ritorneranno a dar vita a nuovi campi. Quindi è solo una soluzione  temporanea, dopo tale periodo tutto tornerà come prima».

«Altro aspetto che rende fallimentare sin dal principio il piano sono i numeri dei rom presenti a Roma -aggiunge Rocca- Tutti sanno che il  censimento non rispecchia la realtà, infatti, i rom non sono 4500 ma  quasi 20.000. A quest’obiezione giustamente mi è stato risposto che quel dato riguarda solo chi vive nei campi tollerati e autorizzati di  Roma Capitale, peccato poi che ci siano altri 100/110 insediamenti  abusivi. Quindi cosa farà la Raggi con tutti gli altri? Nel piano non  se ne parla, pertanto, qualora dovessero riuscire a risolvere il  problema a 4500 rom ne rimarrebbero più del triplo in giro per la città».

«Casa e lavoro, altro che chiusura dei campi, questo è il piano rom delle Raggi e ciò è inaccettabile, è pura follia che evidenza la  fragilità e la precarietà del piano che vuole essere solo uno spot e  un tentativo i prendere tempo, magari fino alla prossima scadenza elettorale ma se daranno veramente le case ai rom siamo pronti alle barricate -conclude Rocca- poiché rappresenterebbe un’offesa e un’umiliazione per tutti quei cittadini romani che da anni attendono un alloggio popolare».

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