Piano della Raggi per i rom, FdI: «Pronti alle barricate»
«Dopo ripetuti annunci e rinvii, finalmente la Giunta Raggi scopre le carte sul piano rom ma già in partenza c’è qualcosa che non torna, la Raggi, infatti, ha annunciato che chiuderà i campi rom ma è falso perché si tratta di un piano dilazionato che partirà tra due anni e solo per alcuni campi». È quanto dichiara in una nota Federico Rocca, responsabile romano enti locali Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.
«Altro aspetto, a nostro avviso inaccettabile -continua- è la strada che vogliono adottare, ossia, dare ai rom case popolari e contributo per l’affitto ma per un massimo di due anni e solo a chi ne ha diritto in base al reddito e composizione familiare. Dopo i due anni cosa accadrà? Chi pagherà se i rom ospitati non saranno in grado di farlo? È facile immaginare che diventeranno morosi a spese nostre oppure ritorneranno a dar vita a nuovi campi. Quindi è solo una soluzione temporanea, dopo tale periodo tutto tornerà come prima».
«Altro aspetto che rende fallimentare sin dal principio il piano sono i numeri dei rom presenti a Roma -aggiunge Rocca- Tutti sanno che il censimento non rispecchia la realtà, infatti, i rom non sono 4500 ma quasi 20.000. A quest’obiezione giustamente mi è stato risposto che quel dato riguarda solo chi vive nei campi tollerati e autorizzati di Roma Capitale, peccato poi che ci siano altri 100/110 insediamenti abusivi. Quindi cosa farà la Raggi con tutti gli altri? Nel piano non se ne parla, pertanto, qualora dovessero riuscire a risolvere il problema a 4500 rom ne rimarrebbero più del triplo in giro per la città».
«Casa e lavoro, altro che chiusura dei campi, questo è il piano rom delle Raggi e ciò è inaccettabile, è pura follia che evidenza la fragilità e la precarietà del piano che vuole essere solo uno spot e un tentativo i prendere tempo, magari fino alla prossima scadenza elettorale ma se daranno veramente le case ai rom siamo pronti alle barricate -conclude Rocca- poiché rappresenterebbe un’offesa e un’umiliazione per tutti quei cittadini romani che da anni attendono un alloggio popolare».