La Raggi sotto accusa, buche, topi e cinghiali: Roma non può più aspettare
Degrado Capitale. Non bastavano i senza tetto a orinare e defecare in pieno centro. Ancora non era abbastanza quando immigrati senza fissa dimora facevano le loro abluzioni mattutine alle fontanelle di mezza città. E non ci si considerava evidentemente arrivati al limite con topi e blatte di ogni tipo e formato a far man bassa della spazzatura ammassata a destra e sinistra di cassonetti strabordanti e maleodoranti. Per non parlare di squilibrati e delinquenti prointi a tuffarsi nelle storiche fontane o ad arrampicarsi su monumenti millenari. No, tutto questo ancora non era stato reputato sufficiente per far scattare l’allarme degrado a Roma e dintorni. Ci sono voluti i cinghiali…
Degrado a Roma: j’accuse contro il Campidoglio
E il Campidoglio? Si è visto, di volta in volta, attaccare da eserciti di attori e artisti militanti che, armati di ramazze e sacchi dell’immondizia, hanno animato campagne ecologiche rigorosamente postate sui social. Si è visto attaccare da assoziazioni ambientaliste e plotoni d’esecuzione allestiti nei vari quartieri pronti a dare l’assalto finale, con Marino sindaco che pensava a fioriere e pedonalizzazioni, e la Raggi che per mesi dal suo insediamento ha dovuto pensare a tutto, meno che al degrado urbano in cui sprofondava progressivamente la città che era stata chiamata ad amministrare. Così oggi, l’ultimo grido d’allarme (e di recriminazione) è arrivato, tra gli altri, dalla deputata Udc Paola Binetti, che in un rapido e drammatico riepilogo della situazione, ha ricordato: «A Roma siamo invasi da topi e cinghiali, gli uni mordono i bambini e gli altri aggrediscono gli adulti. Si trovano per le strade e nei parchi, attratti dal degrado di una città i cui cassonetti ancora una volta traboccano di immondizia, senza minimamente tener conto che nel centro storico non basta svuotarli una volta al giorno. Igiene e sanità, etica ed estetica; eleganza umana e senso civico, sembrano diventati degli optional da cui si può prescindere senza conseguenze. Ma non è affatto così e il battibecco che ieri ha caratterizzato il rapporto a distanza tra il Ministro Lorenzin e il sindaco di Roma Virginia Raggi non è certo degno di Roma Capitale».
Topi, cinghiali, buche, scuole pericolanti e ospedali strapieni
Poi, non ancora paga, la Binetti ha aggiunto: «Alla preoccupazione della Lorenzin per il bambino morso da uno di quei topi che considerano casa loro il parco giochi di villa Gordiani, e di conseguenza vorrebbero scacciarne i bambini, il sindaco Raggi risponde chiedendo alla Lorenzin di fare la propria parte. Ossia – sottolinea la parlamentare – una battaglia per Roma all’interno del Consiglio dei ministri, per reperire fondi necessari non solo al decoro della città ma a tutto l’impianto socio-sanitario degli ospedali romani. Uno scarica barile degno di altri contesti e altri ruoli, non certo del dibattito tra il sindaco della capitale e il ministro della salute». E ancora: «I mali di Roma sono sotto gli occhi di tutti: le strade ad alto rischio per tutte le buche che mettono in pericolo la vita dei tanti motociclisti, ma anche quella di anziani e disabili con le loro carrozzine. Le scuole definite fatiscenti da alti esponenti del Miur; gli ospedali con eterne liste di attesa e soprattutto i tanti poveri, che si incontrano un po’ dovunque. Barboni con i loro giacigli di fortuna; immigrati che tendono la mano ad ogni angolo di strada; ambulanti abusivi che offrono una mercanzia di dubbia provenienza». Per concludere con un demoralizzante: «Oggettivamente la situazione ereditata dalla precedente giunta non era delle migliori, ma questa ha notevolmente peggiorato le cose». E Roma, purtroppo, noon proprio più aspettare…
Il richiamo all’ordine degli abitanti del centro storico
Al coro del malcontento si è aggiunta quindi anche Viviana Di Capua, la presidente dell’Associazione Abitanti Centro Storico di Roma, pronta a mettersi in fila e ad aggiornare il drammatico elenco di chi protesta per il grave stato di abbandona in cui versa la capitale. «Non c’è dubbio che lo Stato deve fare la sua parte perché la Capitale sia trattata come tale ma la responsabilità è anche degli enti locali che devono attuare gli strumenti», ha tuonato la Di Capua all’indomani dell’annuncio della sindaca Virginia Raggi di un’agenda per Roma a cui il Campidoglio sta lavorando per chiedere fondi speciali al governo. «Le priorità sono tante e si sono persi tanti mesi, forse per prendere le misure – ha proseguito la numero uno dell’associazione che riunisce gli inquilini del centro storico capitolino – ma è evidente che la città è in affanno»… Quindi, nell’affondo finale, per quanto riguarda in particolare il centro storico, la Di Capua ha richiamato l’attenzione delle istituzioni su «la manutenzione stradale e la sicurezza. Al momento confidiamo tantissimo nelle forze di polizia che sono al presidio della città ma questo non basta perché non ci dobbiamo appoggiare a uno stato polizia, ci vogliono regole ma anche gli strumenti affinché siano attuate».