I capi dell’Isis fuggono da Raqqa in attesa dell’offensiva anti-islamica
Alcuni dei leader del sedicente Stato Islamico (Isis) hanno abbandonato la roccaforte del “califfato” in Siria Raqqa e pianificano di proseguire la battaglia da altre aree della Siria e dell’Iraq. È la valutazione che un ufficiale americano coperto da anonimato ha fatto trapelare alla stampa Usa mentre i combattenti siriani sostenuti dagli americani si preparano all’offensiva finale contro l’Isis a Raqqa, dove sono arrivati anche i Marines. Nonostante la fuga dei leader del gruppo, sottolinea il New York Times, la battaglia per la riconquista di Raqqa non sarà affatto facile perché restano nella città circa 3-4.000 combattenti. E il trasferimento dei leader dell’Isis indica che la battaglia dei jihadisti fedeli ad Abu Bakr al-Baghdadi non finirà con la riconquista della città.
La conquista di Raqqa però non sarà affatto facile
Si prevede, scrive il Nyt, che i combattenti del gruppo continuino ad attaccare a Dayr az-Zor (a sudovest di Raqqa) e nelle città irachene lungo il fiume Eufrate, dove resistono migliaia di jihadisti, e si ipotizza che l’organizzazione continui ad amministrare da qui l’autoproclamato “califfato”. Le località siriane di Mayadeen e Abu Kamal restano saldamente in mano all’Isis così come Qaim in Iraq, sottolinea il giornale. L’Isis continua a perdere terreno ma – emerge dal quadro definito dall’ufficiale Usa – resta determinato a combattere, potendo contare su almeno 15mila jihadisti in Iraq e Siria e sulle risorse per andare avanti. La resilienza di Baghdadi – che stando alla fonte si ritiene sia vivo e fuori da Mosul – potrebbe essere un altro fattore per l’Isis per proseguire la battaglia. Lontani dall’abbandonare il sogno del “califfato”, i leader dell’Isis sembrano prepararsi alla possibilità della caduta di Raqqa e quindi al trasferimento delle funzioni amministrative nei territori che restano sotto il controllo del gruppo.