“Grazie alla mia psicanalista”: il discorso di Valeria Bruni Tedeschi conquista il web

28 Mar 2017 16:35 - di Redazione

“Ringrazio Franco Basaglia che cambiò radicalmente l’approccio alla malattia mentale in Italia…”, “Ringrazio gli uomini che mi hanno amata e anche quelli che mi hanno abbandonata”…  Esordisce così Valeria Bruni Tedeschi stringendo in mano il David di Donatello per la Miglior attrice protagonista nel film La Pazza Gioia di Paolo Virzì. E il suo lungo elenco di “grazie”, snocciolato tra lacrime e risate, commuove il pubblico in sala e il giorno dopo spopola sul web. Valeria Bruni Tedeschi ringrazia anche la psicanalista e ancora la compagna che a scuola divise con lei la focaccia facendola sentire meno sola. E poi i parenti, la madre e la sorella, accanto a Pavese, Ungaretti, Leopardi e Chopin. Un esordio sul palco degli Studios di Via Tiburtina al limite tra normalità e follia, proprio come il personaggio di Beatrice che interpreta nel pluripremiato film di Virzì (ben cinque David), accanto a Donatella, interpretata da Micaela Ramazzotti.

“Due personaggi che mettono in atto comportamenti considerati inadeguati e ascritti nell’ambito della follia dalla società, ma che in realtà non sono né giusti, né sbagliati”, commenta con l’Adnkronos Andrea Sales, psicologo e professore all’Università di Padova, nonché direttore del centro di formazione della persona ‘Paradoxa’. La Pazza Gioia di Virzi porta con autorevolezza alla ribalta il problema della ‘normalità’ della pazzia. “La normalità – afferma Sales – viene definita secondo dati statistici. In sostanza si stabilisce che un comportamento più frequente può essere considerato normale, e il concetto di normalità viene calato nella cornice della società. L’errore che si commette però è quello di sovrapporre il concetto di normalità a quello di giustezza, al quale si sovrappone altrettanto spesso quello etico di bene e male”. “Se vista da un’angolazione diversa, invece – conclude lo psicologo – la follia può essere intesa come la possibilità di avere un pensiero laterale, di vedere le cose in prospettiva diversa”.

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