Brexit, la premier May darà inizio all’iter il 29 marzo attivando l’articolo 50
La premier Theresa May attiverà l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona il 29 marzo, notificando ufficialmente la volontà di uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Il rappresentante permanente britannico presso la Ue, Tim Barrow, secondo quanto riportano i media inglesi, ha notificato stamattina alle autorità europee che la lettera del governo britannico sarà recapitata per quella data.
L’attivazione dell’Articolo 50, a 9 mesi dal referendum con il quale la maggioranza dei britannici (51,9%) ha scelto la Brexit, darà il via ad un processo della durata di due anni nel quale verranno discussi i termini dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Se tutto si svolgerà secondo i tempi previsti dalle procedure europee, la Brexit si compirà nel marzo del 2019.
Nei giorni scorsi, prima di questo annuncio, un ultimo essenziale passaggio prima dell’avvio dell’iter di uscita: la regina Elisabetta aveva infatti dato “l’assenso reale” alla legge che autorizza il governo britannico ad attivare l’articolo 50. Il “royal assent” è l’atto formale di approvazione da parte dei sovrani britannici di ogni legge votata dal Parlamento, prima che essa entri in vigore. La premier britannica Theresa May aveva subito dopo annunciato che l’attivazione dell’articolo 50 sarebbe giunta entro la fine di marzo.
A complicare il quadro interviene però la decisione del primo ministro della Scozia Nicola Sturgeon di chiedere un referendum sull’indipendenza del suo Paese per consentire agli scozzesi di restare nell’Ue. Un piano osteggiato da Theresa May e che si scontra anche con i sondaggi, secondo i quali almeno 400mila elettori che nel 2014 si espressero per l’indipendenza della Scozia si sono poi dichiarati favorevoli alla Brexit. Per questo motivo la Sturgeon, invece di presentare immediatamente domanda di ammissione alla Ue in caso di vittoria nel referendum per l’indipendenza, punterebbe piuttosto a far entrare la Scozia nell’Efta, l’Associazione europea di libero scambio, della quale fanno parte anche Norvegia e Svizzera.