Strangolato dal padre dopo l’ennesima aggressione alle bambine: oggi i funerali

23 Feb 2017 10:29 - di Martino Della Costa

La sintesi che la cronaca impone lo ha registrato agli atti come un dramma familiare: un caso che, al netto del degrado sociale moderno in cui è svolta la vicenda, ricorda da vicino quanto raccontato dai tragediografi dell’Antica Grecia. E allora, oggi, di quel dramma reale si consumerà l’ultimo atto: quello della celebrazione dei funerali di Giuseppe Alù, il quarantenne ucciso dal padre, Antonino Alù, al termine di una violenta lite ad Alimena, piccolo centro delle Madonie.

I funerali del figlio ucciso dal padre

Solo 24 ore fa il presunto omicida, che da quanto trapelato nei giorni scorsi sarebbe stato trovato dai carabinieri accanto al cadavere del congiunto appena ucciso, interrogato dal gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. La dinamica dei fatti, però, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del gruppo di Monreale – coordinati dalla Procura di Termini Imerese – che indagano sull’omicidio, sarebbe già stata chiarita e – come doviziosamente riportato, tra gli altri, dal Giornale di Sicilia – indicherebbe questa successione di eventi: «Domenica mattina, Giuseppe Alù, dopo avere girato per diversi bar del paese per “festeggiare” la fine degli arresti domiciliari» che gli erano stati comminati in quanto coinvolto in un’indagine sullo spaccio della droga nelle Madonie, «è tornato a casa ubriaco. Qui avrebbe iniziato a inveire contro le figlie piccole. E dopo una lite con il padre, quest’ultimo avrebbe prima legato il figlio a una sedia, e poi lo avrebbe strangolato».

La ricostruzione del delitto

Alla ricostruzione di dimanica e tempistica dell’omicidio, va aggiunta poi la latelefonata arrivata ai militari intorno all’ora di pranzo che segnalava una lite furiosa in casa Alù. I carabinieri, entrati nell’appartamento, raccontano di avere trovato Antonino Alù, autista dello scuolabus comunale di Alimena (Pa) vicino al corpo del figlio ormai senza vita. A quel punto il genitore omicida è  stato portato in caserma, dove è rimasto in silenzio davanti ai militari, forse ancora sotto choc o, forse, semplicemente in preda allo sconforto. Uno sgomento che nasce da lontano: non a caso, in paese raccontano della vita difficile di Antonino Alù, continuamente alle prese con le aggressioni subite da parte del figlio, che negli ultimi tempi era affidato ai servizi sociali del Comune a causa dei suoi precedenti per spaccio di droga.

 

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