Ritorna l’incubo della meningite: morta una donna a Milano, altri casi
E’ stata un’infezione da meningococco di tipo B a uccidere la 49enne di Trucazzano morta di meningite all’ospedale San Raffaele di Milano ieri, e a causare la malattia
nella bimba di 7 mesi ricoverata al Buzzi. Lo comunica l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, dopo gli esami eseguiti per caratterizzare gli agenti patogeni responsabili dei due casi. La piccola ricoverata, di origini rumene e non iscritta al Servizio sanitario regionale né vaccinata, “resta in condizioni gravi, ma è
comunque stazionaria. I medici che la stanno seguendo, nonostante sia ancora in Terapia intensiva, si dicono ottimisti al riguardo”,sottolinea Gallera. Un ragazzo di 15 anni è ricoverato da ieri pomeriggio in condizioni “molto gravi” all’ospedale Infermi di Rimini, per una sepsi causata da un’infezione da meningococco. A dare notizia del nuovo caso di meningite è l’Ausl della Romagna, che ha disposto la profilassi per i familiari e per altre 160 persone circa. La profilassi – precisa l’Ausl romagnola – non risulta invece utile per chi ha avuto solamente contatti occasionali di breve durata con il caso di malattia nei giorni precedenti la comparsa dei sintomi, tanto più se gli eventuali contatti sono avvenuti in spazi aperti. “Il meningococco è un batterio che generalmente si localizza a livello della gola senza determinare alcun tipo di disturbo – rassicura l’azienda – e molto raramente, in individui che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità, causa delle malattie importanti quali la meningite o la setticemia”. Oltre alla presa in carico del paziente – informa l’azienda sanitaria – è stato immediatamente attivato il Dipartimento di sanità pubblica che, già nella serata di ieri, ha proceduto a effettuare in via preventiva l’indagine epidemiologica che ha portato alla profilassi sui contatti diretti del paziente, come da protocolli clinici. Il meningococco si trasmette infatti attraverso le goccioline di saliva a seguito di contatti interpersonali stretti e prolungati. Oltre ai familiari, dunque, sono stati sottoposti a profilassi i compagni e gli insegnanti della classe frequentata dal ragazzo, nonché le persone che condividevano con lui l’attività sportiva, “per complessive 160 persone circa”.
Meningite, ricoverati un ragazzo 15 enne e un 55enne
Un altro caso di meningite è stato diagnosticato in un uomo di 55 anni ricoverato da questa mattina all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Lo comunica la direzione sanitaria della Ulss 2 Marca Trevigiana, sottolineando che si tratta di una forma da pneumococco, quindi non contagiosa. Il paziente si trova in Terapia intensiva con un “quadro clinico stazionario”. E’ arrivato in Pronto soccorso a metà mattina, e successivamente la Microbiologia ha proceduto a tipizzare e identificare l’agente patogeno responsabile dell’infezione. La direzione Ulss ribadisce che “la meningite da pneumococco, a differenza di altri tipi di meningite, non dà origine a focolai epidemici. Per questo motivo non richiede nemmeno interventi di profilassi antibiotica sui familiari e i contatti stretti. Si presenta con casi isolati durante tutto l’anno, prevalentemente in inverno e primavera”. “Continuiamo a garantire il massimo dell’attenzione – assicura il direttore generale Francesco Benazzi -. Il succedersi ravvicinato di alcuni casi in questa stagione può ricondursi a complicazioni dell’influenza stagionale che quest’anno è stata eccezionalmente aggressiva. Questo è reso attendibile anche dalla presenza del virus dell’influenza nei pazienti, riscontrata grazie a tecniche di biologia molecolare. Stiamo seguendo i casi molto attentamente e i cittadini troveranno da parte nostra ogni giusta e adeguata risposta”. Il Dg ricorda, “a fronte dell’apprensione da parte di alcuni, che per qualsiasi dubbio il cittadino può rivolgersi tranquillamente anche al proprio medico di famiglia. I professionisti della medicina generale e della continuità assistenziale, infatti, hanno tutte le competenze necessarie per dare una risposta appropriata”.