Obama candidato all’Eliseo dalla gauche? La (disperata) petizione corre sul web
Alla gauche d’oltralpe in crisi d’identità, emorragie di consensi e carestia di idee tocca davverro appellarsi a Barack Obama e al decalogo propagandistico delle sue campagne elettorali, slogan compreso? A giudicare da quanto il termometro della Rete denuncia, sembrerebbe proprio di sì…
La gauche francese punta su Obama?
Dunque, Obama candidato della sinistra francese all’Eliseo? Sembrerebbe questa l’idea rilanciata a suon di hashtag e non solo: quanto sta accadendo per le strade di Parigi, o meglio, sui muri della capitale francese,infatti, lo denuncia – e commenta – ogni ora di più. Inequivocabilmente, dunque, come riporta il sito dell’Agi in queste ore, stravaganti manifesti con il primissimo piano del primo presidente afrormaericano degli Stati Uniti, sullo sfondo il tricolore d’oltralpe e in alto la versione francese del celebre Yes we can, europeizzta in un meno onomatopeico Oui, on pont, sono apparsi in piena campagna elettorale transalpina, ricoprendo ampie metrature urbane e fungendo, in realtà, a uno scopo ben preciso. E il fine – come riporta l’agenzia sopra citata – è quello di «raccogliere firme per una petizione online che chieda a Obama di correre per l’Eliseo a fronte di un’offerta di candidati che non deve essere considerata soddisfacente da molti transalpini, dato il successo che l’hashtag #Obama2017 sta riscuotendo su Twitter».
L’ultima disperata trovata elettorale…
Insomma, una semplice strizzatina d’occhio al sistema – e ai personaggi – a stelle e strisce, o solo un’originale trovata pubblicitaria per stornare l’attenzione dal Front National in crescita costante di consensi? Forse, e forse anche qualcosina di più, sembrerebbe: se è vero che, come riportato sempre dall’Agenzia Giornalistica Italia, la tesi degli organizzatori di quest’ultimo coupe de theatre che ha irrotto sulla scena elettorale francese, a sostegno della loro “idea” hanno appena argomentato: «I francesi sono pronti a fare scelte radicali. Questo è un bene perché abbiamo un’idea radicale da offrire loro». Più che radicale, radical choc, una scelta argomentata da un criterio secondo cui, dato che «Barack Obama ha completato il suo secondo mandato come presidente degli Stati Uniti il 21 gennaio», potrebbe essere una possibilità quella di “noleggiarlo” «come presidente per la Francia»… Insomma, la sinistra d’oltralpe è davvero in piena crisi di nervi, di personalità, di proposte politiche e di comitati elettorali credibili: per questo, raschiato il fondo del barile, in un momento in cui sondaggi e media internazionali continuano a confermare l’ascesa inarrestabile della destra lepenista, alla sinistra non resta di meglio da fare che stupire con l’impossibile. E l’inattuabile: e non trovando nulla di meglio – e nessun candidato interno valido da presentare? – non gli resta che puntare sull’effetto radical kitsch di una scelta che travalica addirittura i confini: sì, quelli del buon senso e del buon gusto, prima di tutto…