Milano, è allarme: tubercolosi e scabbia per migliaia di clandestini

7 Feb 2017 17:00 - di Redazione

Nei Centri di accoglienza per clandestini attivi sul territorio dell’Ats di Milano sono stati registrati nel 2016 “oltre duemila casi di scabbia prontamente trattati”, con “nessuna forma secondaria registrata nella popolazione generale”. Sul fronte Tbc, invece, “sono stati eseguiti finora 1.821 test e 824 persone sono state sottoposte ad approfondimenti specialistici”, che hanno permesso di diagnosticare “complessivamente 38 casi. Anche per la tubercolosi nessun caso secondario si è riscontrato nella popolazione generale”. Lo ha riferito in consiglio regionale l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, rispondendo in aula a un’interrogazione di Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d’Italia, sulle malattie infettive nei centri accoglienza dall’inizio dell’emergenza clandestini. “In base alle normative ministeriali – ha ricordato Gallera – il Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria dell’Agenzia di tutela della salute offre a ciascun migrante ospitato nei Centri di accoglienza vaccinazione contro difterite-tetano e poliomielite e screening tubercolinico. Il protocollo – ha precisato – è in fase di revisione e aggiornamento con particolare attenzione a situazioni specifiche come quelle di Milano e Como, coinvolte da quest’estate in una massiccia presenza di migranti, e verrà trasmesso entro il mese di febbraio”.

Per i clandestini cure e vaccinazioni grauite

Riguardo alla scabbia, ha aggiunto l’assessore, “il controllo dell’infezione continua nei Centri di accoglienza grazie alla collaborazione del personale sanitario e di assistenza presente, che segnala al Dipartimento di Igiene e Prevenzione ogni caso sospetto. Nell’hub di via Sammartini, in particolare, è attivo tutti i giorni della settimana dalle 10 alle 20 un ambulatorio (adulti e pediatrico) per le visite mediche dei profughi, anche in relazione all’individuazione di casi sospetti di malattie infettive, al fine di attivare le misure di profilassi. Ciò consente di intervenire tempestivamente per limitare i rischi di contagio”. In generale “sono stati inoltre organizzati – ha concluso Gallera – momenti di formazione per il personale (sanitario e non) dei Centri di accoglienza milanesi, con lo scopo di fornire informazioni sulle principali malattie infettive e di condividere i protocolli di intervento. Periodicamente vengono effettuati sopralluoghi per verificare le condizioni igienico-sanitarie dei centri di accoglienza”.

(foto Civico20news)

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