Marocchino minacciava su Fb: «Gli italiani si meritano un camion addosso»

13 Feb 2017 11:43 - di Robert Perdicchi

Non è il primo e purtroppo non sarà neanche l’ultimo a lanciare minacce attraverso i social, anche se è difficile comprendere chi lo faccia per vantarsi o per provocare e chi, invece, abbia realmente intenzione di passare all’azione sotto la bandiera dell’Isis. Quello che è certo è che quanto scriveva un marocchino su Fb, facendo riferimento al camion che ha fatto strage a Berlino due mesi fa, risultava particolarmente odioso e inquietante e ha fatto scattare una denuncia. Il Ros e il Comando provinciale dei carabinieri di Verona, coordinati dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antiterrorismo di Venezia Adelchi d’Ippolito, stanno conducendo accertamenti investigativi in seguito alla diffusione virale di un post, apparso il 12 gennaio sulla bacheca Facebook di un marocchino che dimora a Verona, inneggiante ad attacchi contro gli italiani.

Le minacce esplicite del marocchino

«’Questi italiani – il testo del post – si meritano un camion contro la folla come a Berlino. Ci vorrebbe uno in ogni piazza. Non hanno rispetto di noi musulmani, non possiamo pregare dove vogliamo, non possiamo avere nostre moschee, questa è verità. Io sono qui di qualche anno e vedo questo. Voglio prendere un camion e fare un bel lavoro contro di loro. Per amore di Allah…»’. Contro il post erano state presentate numerose denunce, tra le quali quella depositata il 6 febbraio alla Procura di Trento, tramite il proprio legale di fiducia,dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini. La paternità del post, rimosso dalla bacheca prima che venisse segnalato agli organi inquirenti, non è stata ammessa dal giovane magrebino titolare del profilo Facebook, comunque indagato per ”istigazione a delinquere”. «Con l’analisi dei dati contenuti nel cellulare e negli altri dispositivi sequestrati, nonché con ulteriori accertamenti tecnici potranno attribuirsi le eventuali responsabilità di chi, per qualsiasi fine, ha violato il profilo Facebook», spiegano i carabinieri.

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