L’Orlando in campo: «Mi candido perché la politica non è prepotenza»

23 Feb 2017 17:43 - di Ernesto Ciecaquaglia

Il prode Orlando, ministro della Giustizia nonché esponente di punta dei Giovani Turchi, si lancia nella disfida contro Renzi-Agramante.   «Ho deciso di candidarmi perché credo, e  non mi rassegno, al fatto che la politica debba diventare solo prepotenza, perchè credo ci voglia responsabilità e perché credo che  il Pd debba cambiare profondamente per poter essere davvero utile  all’Italia e ai problemi degli italiani, che ora vivono momenti  difficili». Il prode Orlando ha  scelto la contrada di Ostia per annunciare la sua candidatura alla segreteria del Pd.

Il paladino dei Giovani Turchi ha già ricevuto l’appoggio del Granduca  piddino del Lazio, Luca Zingaretti, il quale così annuncia bellicoso su Facebook: «Dobbiamo cioè avere il coraggio e aprire una fase nuova per superare  in avanti le difficoltà di questi mesi. Il Pd che cambia serve  all’Italia. Andrea Orlando credo possa rappresentare questa novità e  quindi lo sosterrò nella scommessa che ha lanciato oggi. Forza e coraggio, rimettiamoci in cammino».

Nel frattempo, i separatisti del Pd non disarmano dopo il voltafaccia del loro campione, Michele Emiliano da Bari. «Siamo gli inizi, ci saranno delle
sorprese, vedremo strada facendo…»:  così annuncia bellicoso messer Enrico Rossi,  ospite di Skytg24, parlando del futuro del nuovo movimento politico  fondato dai fuoriusciti del Pd. Lo stendardo della nuova formazione non è stato ancora deciso.  

Grande è l’attesa, grande è il dramma per il grande torneo del centrosinistra che s’annuncia. Renzi-Agramante al momento tace. È andato al di là dell’Atlantico ad apprendere nuove tecniche di combattimento politico. Ma rischia comunque grosso: da re Agramante potrebbe, alla fine, essere retrocesso a messer Fanfaluca

 

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