Lavagna, gli amici del ragazzo: “Era speciale, non era un tossico” (video)

17 Feb 2017 15:27 - di Redazione

C’erano tutti ai funerali. Tutti hanno voluto partecipare, tutti lo hanno voluto salutare. Hanno pianto, tutti insieme, per la sorte sfortunata del loro compagno e amico. E dopo, dopo è venuto il momento per parlare, elaborare il lutto, dividersi sulla scelta di quella madre che ha chiamato la Guardia di Finanza. E un amico del quindicenne accusa: “I genitori devono fidarsi dei figli, è sbagliato chiamare gli sbirri. Portare gli sbirri in casa è una cosa bruttissima”. Gli altri amici e compagni di scuola assicurano che il ragazzino suicida non era un tossico, che era speciale e che il suo ricordo resterà sempre impresso nell’istituto che frequentava, dove gli insegnanti hanno sollecitato gli studenti al dialogo e alla riflessione. I ragazzi con i giornalisti parlano solo se protetti dall’anonimato perché “la preside – spiegano – non vuole che rilasciamo dichiarazioni”. E confermano, poi, che l’hashish gira, e tanto, tra i loro coetanei. Nelle loro risposte è confermata l’incomunicabilità tra genitori e figli. Alcuni rispondono infatti che se avesse un problema di droga non ne parlerebbero in famiglia. In classe però hanno parlato, in particolare della lettera straziante della mamma 

 

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