La festa del gatto spopola sul web. Appello contro le polpette avvelenate

17 Feb 2017 15:10 - di Redazione

L’hashtag #festadelgatto è già trend topics su Twitter, con centinaia di migliaia di messaggi, auguri, consigli, discussioni del popolo dei “gattari”, quelli che chi non lo è non può capire. La Festa del Gatto ricorre il 17 febbraio ed è nata nel 1990 su iniziativa della giornalista gattofila Claudia Angeletti, che propose un referendum tra i lettori della rivista “Tuttogatto” per stabilire il giorno da dedicare a questi affascinanti animali. Vinse il 17 febbraio, mese del segno zodiacale dell’Acquario, ossia degli spiriti liberi ed anticonformisti – si disse – come quelli dei gatti ma anche  “il mese dei gatti e delle streghe” nelle leggende popolari. Ma c’è anche un significato legato alla cabala: il 17 può essere “1 vita per 7 volte”, come quelle dei gatti.

Una festa per il gatto
ma anche un giorno di denuncia

“Ogni anno almeno 70.000 gatti vengono  avvelenati e spesso uccisi con i bocconi avvelenati. Sono colpite in
particolar modo le colonie feline, e maggiore è la diffusione del  fenomeno man mano che si scende nel sud Italia con punte altissime di  gatti avvelenati ed uccisi in Puglia, Sicilia e Calabria, anche se da  tale fenomeno non sono immuni altre regioni”, sottolinea l’associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) in  occasione della giornata mondiale del Gatto che si festeggia oggi. “Purtroppo parliamo solo dei casi che sono stati resi noti dalla  stampa e dalle gattare”, afferma Lorenzo Croce, presidente di Aidaa. “Ma in un paese dove ci sono 7 milioni di gatti, di cui almeno un  milione e mezzo nelle colonie feline, appare evidente che il problema  è più ampio rispetto ai dati in nostro possesso. L’ultimo caso in  ordine di tempo – continua Croce – è quello della colonia di Palermo
dove sono stati rinvenuti piatti con cibo avvelenato. Così non è  possibile andare avanti, va bene la giornata del Gatto ma chiediamo  maggiore rigore nell’applicazione delle leggi”. Durissima anche la denuncia: “In Italia diffondere i bocconi avvelenati è un  reato ma nonostante le decine di denunce che facciamo ogni mese –  evidenzia Antonella Brunetti, presidente vicario e responsabile  settore gatti di Aidaa – i controlli non ci sono e spesso gli
avvelenamenti vengono reiterati ai danni dei mici delle stesse  colonie. Questo avviene anche qui a Brindisi, dove opero con le  colonie dei Micetti. Serve – conclude Brunetti- un giro di vite e  maggiore serietà nell’applicare le leggi che esistono ma spesso  rimangono solo scritte sulla carta”.

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