Caso-Graziani, a marzo la sentenza sul sindaco per apologia di fascismo

15 Feb 2017 14:02 - di Antonio Pannullo

Potrebbe costare cara agli amministratori di Affile la costruzione del sacrario dedicato al maresciallo Rodolfo Graziani, realizzato con fondi regionali e inaugurato nell’estate del 2012. Come si ricorderà, poche settimane fa il pocuratore capo del tribunale di Tivoli, Francesco Menditto ha chiesto la condanna del sindaco della cittadina ciociara Ercole Viri a due anni di reclusione, e di un anno e 7 mesi a due assessori della sua giunta, Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni, per apologia del fascismo. L’avvocato Emilio Ricci dell’Anpi, insieme ai comuni simbolo della Resistenza (Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema) si era costituito parte civile, ma il giudice si è riservato ulteriore tempo, rinviando così la sentenza al 21 marzo prossimo. Secondo il legale, è positivo anche che sia stato chiesto il sequestro ai fini di confisca del monumento: “Finché resta in piedi il monumento, resta in piedi l’apologia”.

Il generale Graziani morì ad Affile nel 1955

Il generale Rodolfo Graziani nacque nel 1882 a Filettino e scomparve l’11 gennaio 1955 ad Affile. Nonostante il veleno che Anpi e sinistre hanno sparso su di lui, è vero che fu un personaggio di spicco del fascismo, ma in realtà fece solo il suo dovere di militare: combattente della Prima e Seconda guerra mondiale, operò nel in Libia dal 1921 al 1931, nella Guerra d’Etiopia, dove combatté anche in Abissinia; fu accusato di aver usato metodi brutali nella repressione, ma si dimentica che c’era una guerra: in Etiopia ci fu, tanto per dirne una, l’eccidio di Gondrand, dove guerriglieri etiopi assalirono un cantiere edile dove lavoravano operai disarmati, compiendo uno sterminio feroce: la pattuglia di italiani che scoprì il massacro, trovò gli 85 operai mutilati e anche evirati. La guerra era bruttissima da quelle parti, anche perché spesso i guerriglieri utilizzavano metodi terroristi e di guerriglia. Graziani partecipò anche alla Seconda Guerra Mondiale, dove combatté in Libia, ma fu sconfitto dagli inglesi e sostituito, però senza esito per le sorti del nostro esercito. Dopo l’armistizio, Mussolini lo volle come ministro della Guerra nella Repubblica Sociale Italiana. Per questo motivo nel 1950 fu condannato a 19 anni, dei quali 17 condonati. Nel 1952 si iscrisse al Movimento Sociale Italiano di cui divenne presidente onorario. Nel 1955, alla sua morte, avvenuta ad Affile, lo Stato rifiutò di tributargli gli onori dovuti a un generale, ma Graziani ebbe uno dei più affolltati e solenni funerali di quel tempo. Nel 2013 il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti decise di sospendere il finanziamento di 180mila euro concesso dalle amministrazioni precedenti al Comune di Affile per realizzare il sacrario di Graziani. Quello che sostiene l’accusa, in pratica è, che più che un sacrario militare, un omaggio alla Repubblica di Salò,  in violazione, sempre secondo Zingaretti e l’accusa, sull’utilizzo del finanziamento pubblico”. Una tesi, come si vede, tirata per i capelli, tanto che il sindaco di Affile accusò Zingaretti di “stalinismo”.

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