Elezioni anticipate, il centrodestra al lavoro per vincere con qualsiasi legge

4 Feb 2017 15:54 - di Alessandra Danieli

Certo, il centrodestra unito come un tempo avrebbe molte chance di vittoria, ma da allora molto è cambiato. I continui stop and go di Berlusconi e la necessità di trovare una leadesrhip comune riportano in campo il tema delle primarie. Ed è proprio un ex uomo immagine di Berlusconi, Giovanni Toti, a unirsi all’appello sulle primarie, auspicate da Fratelli d’Italia e Lega. «Le primarie per dare vita a un nuovo schieramento di centrodestra». Il presidente della Regione Liguria è d’accordo: «Io sono sempre stato favorevole, o quantomeno mai contrario. Se diventano il passaggio finale della costruzione di un nuovo schieramento, lista o federazione, con lo spirito di candidarsi a governare il Paese, non c’è nulla di male». Toti, che era sul palco alla manifestazione nazionale di Fratelli d’Italia a Roma, pensa a un’unità sempre più stretta” del centrodestra e che “un partito come Forza Italia debba ambire a diventare il baricentro della coalizione».

Matteoli: il centrodestra unito con qualsiasi legge elettorale

Per Altero Matteoli, senatore di Forza Italia, la coalizione di centrodestra si deve presentare unita al voto qualunque sarà la nuova legge elettorale. «Tutte le previsioni danno il centrodestra unito in testa e i nostri elettori non perdonerebbero altri errori politici clamorosi. Solo uniti possiamo essere una credibile alternativa a Renzi e a Grillo». «Non possiamo – ha continuato il senatore forzista – lasciare a Renzi la scena, un Renzi che prima ha sfiduciato Letta, che dopo tre anni di promesse mancate è stato sfiduciato dagli italiani e che ora vorrebbe sfiduciare un altro governo del suo partito per correre al voto senza un programma ma solo per salvare se stesso e i suoi amici». Sull’altra metà del campo, il renziano Matteo Orfini, si dichiara «radicalmente» in dissenso con la proposta di Dario Franceschini di un premio di maggioranza alla coalizione. «Già conosciamo i guasti di quel sistema che obbliga i partiti a mettere insieme quello che non sta insieme. Tornare a quello scenario è incomprensibile».

I consigli di Martino a Berlusconi

Cemtr«Penso che prima o poi si andrà a votare…». L’economista Antonio Martino, uno dei fondatori di Forza Italia, è convinto che il governo Gentiloni non durerà l’intera legislatura. «Ci sono troppe divisioni all’interno della maggioranza e nel Pd, dove si rischia la scissione da un momento all’altro». L’ex ministro della Difesa del governo Berlusconi ragiona di sistema elettorale a pochi giorni dall’approdo in commissione Affari costituzionali della Camera dell’Italicum mentre i riflettori sono puntati sul nodo del premio di maggioranza, se alla lista o alla coalizione. Martino consiglia al Cavaliere di allearsi alle politiche con la Lega, perché solo così il centrodestra «può tornare a vincere per governare il Paese». Urne vicine, dunque. «Il presidente Mattarella, come ogni capo dello Stato – dice Martino –  ha il dovere istituzionale di evitare lo scioglimento anticipato delle Camere, ma, purtroppo, il voto anticipato finirà con l’essere inevitabile, perché il governo Gentiloni  non ha una stabilità tale da garantirsi una durata molto lunga». No all’ipotesi di una grande coalizione. «Dobbiamo, dunque, sperare che il Pd o il centrodestra raggiunga da solo il 40% per avere il premio di coalizione e governare il Paese». In caso contrario, però, Martino rifiuta l’idea di un’ammucchiata tra Pd e centrodestra, «perché finisce per cancellare la vera e unica distinzione politica esistente nel Paese, ovvero, la sinistra da una parte e la destra dall’altra…».

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